G-Unit - Return of the Body Snatchers vol. 1
Dite quello che volete, ma 50 Cent il pop ce l’ha nel sangue. E dite quello che volete, ma quando ha voglia di entrare in studio è capace di tirare fuori pezzi da classifica niente male. Da questo punto di vista, Return of the Body Snatchers vol. 1 il proprio lavoro lo fa. Coadiuvato dal solito Whoo Kid e dai due marmittoni Lloyd Banks e Tony Yayo (Young Buck è latitante - tranne che per un pezzo - e sappiamo che le cose fra lui e Curtis non vanno bene), Mr. Jackson sembra nella forma migliore da anni a questa parte. Cattivo, determinato, capace di dire le sue stronzate da gradasso al meglio, 50 Cent pare quasi al top. Certo, la G Unit vive per il pop, e i pezzi “mollaccioni” non mancano, ma i beats sono sicuramente di alto livello, considerato soprattutto il segmento di mercato al quale sono diretti (che è quello di Jay-Z, Kanye e tutti quegli artisti “crossover” che il nostro amico RA The Rugged Man - e noi con lui - non considererebbe “legitimate rap artists”). Anzi, per essere un mixtape, lo sforzo fatto (in termini di impegno nella confezione di un prodotto degno) è notevole. È vero che da questo punto di vista Curtis e soci sono sempre stati un punto di riferimento (dite quello che volete, ma il concetto dello street album lo hanno inventato loro), ma comunque l’orecchio per i beats sembra tornato quello del primo momento “commerciale” di 50 Cent, quando si sentiva veramente Superman (e non è un caso che in Be Good To Me Tony Yayo faccia esplicito riferimento al Super-Nigger…). Una menzione speciale per Lloyd Banks, onesto rapper forse incapace di reggere una carriera da solista ma certamente gregario di eccellenza e team player essenziale per una G Unit che abbia senso. Banks sembra tornato in palla, e sappiamo quanto siano importanti le “spalle” nei film di Scorsese…
È ovvio che non siano tutte rose e fiori: qualche pezzo risulta stucchevole nel singasong generale (e oltretutto i campioni di Al Green è meglio lasciarli ad altri), il ritmo del mixtape un po’ si perde nella parte centrale e l’eccesso di pistolettate di Whoo Kid (insieme agli urletti noiosi) ci fa venire il mal di stomaco. Ma Return of the Body Snatchers vol. 1 ha il pregio di riuscire a rendere (quasi) ascoltabile anche quel cinghiale di Tony Yayo, e non è poco.
Alla fine questo mixtape gratuito suona meglio di tutti gli ultimi album dei membri della G Unit. Su basi buone come queste (alcune sono veramente notevoli) per una volta possiamo perdonare a 50 e compari tutto quanto di male hanno fatto all’hip hop.
È ovvio che non siano tutte rose e fiori: qualche pezzo risulta stucchevole nel singasong generale (e oltretutto i campioni di Al Green è meglio lasciarli ad altri), il ritmo del mixtape un po’ si perde nella parte centrale e l’eccesso di pistolettate di Whoo Kid (insieme agli urletti noiosi) ci fa venire il mal di stomaco. Ma Return of the Body Snatchers vol. 1 ha il pregio di riuscire a rendere (quasi) ascoltabile anche quel cinghiale di Tony Yayo, e non è poco.
Alla fine questo mixtape gratuito suona meglio di tutti gli ultimi album dei membri della G Unit. Su basi buone come queste (alcune sono veramente notevoli) per una volta possiamo perdonare a 50 e compari tutto quanto di male hanno fatto all’hip hop.
5 commenti:
WWW.HIPHOPVITA.BLOGSPOT.COM intervista a mikele wad!
ma serio?
cioè se è piaciuto a te vuol dire che è proprio bello
re-up gang non male
Bello e' un concetto relativo.
Molto meglio delle ultime cose G Unit sicuramente... e poi e' gratis!
Marty:
Bè dai, non considerare Jay Z un legitimate rap artist mi sembra alquanto eccessivo.
Può piacere o non piacere (io non ne vado pazzo, non considero nemmeno il primo album un classico) però è pur sempre uno che ha lasciato il segno come pochi.
Marty, hai super ragione.
Mi sono espresso male io dicevo il mercato in cui ci stanno Jay, Kanye e gli altri (che molto spesso non sono legitimate artists).
Per me, Kanye e Jay sono hip hop.
Se mi chiedi un gusto personale, preferisco altri, ovvio...
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