venerdì 8 febbraio 2008

Nicolay & Kay – Time:Line

Time:Line è l’ultimo sforzo di due artisti abbastanza abituati a collaborare.
Nicolay è un produttore olandese ora trapiantato in America, già fattosi notare per le produzioni, fra gli altri, per eMC (l’ottima What It Stand For e per progetti di collaborazione (Foreign Exchange, con il bravo Phonte) e solisti (l’interessante Here).
Kay è un MC texano che sembra più incline ad un certo liricismo true school che non a sorseggiare sciroppo, beandosi dei propri diamanti mentre gira su macchinoni coi cerchioni cromati (sognando di essere un giorno come Bun B).
Date queste premesse (e data l’indiscutibile abilità tecnica del duo nei rispettivi campi) ci si poteva aspettare una buona prova. E così, in qualche maniera, è: Time:Line è un interessante concept album che denota un progetto serio e un approccio alla stesura di un album che oggi si sta sempre più perdendo.
Ma c’è un però. Qualcosa non quadra. Domina il senso di un’occasione sprecata.
Come nel caso dei progetti legati alle città magnifiche ed agli 8 milioni di storie da raccontare di RJD2, la pulizia del suono di Nicolay e la sua perizia diventano una sorta di distrazione.
Kay è un buon rapper, ma non ha quel carisma e quella presenza scenica che lo possano rendere una superstar. In questo, stranamente, assomiglia molto al Blueprint collaboratore del succitato RJD2. E Nicolay, in Time:Line, purtroppo assomiglia sempre di più al penultimo RJ…
La pulizia dei suoni è esemplare, i beats sono ben costruiti e raffinati, ma il senso di genericità delle canzoni affiora dopo qualche canzone. Manca quel tocco di rozzezza che spesso insaporisce beats and rhymes (come dai diktat della scuola del boom bap).
Il suono rimane a metà fra il backpacking e la ricerca smaccata del successo commerciale, e questa impasse è la cosa che si soffre di più del disco, la mancanza di “edge”. In seconda battuta si soffre anche l’approccio senza peso di un songwriting che vorrebbe essere essere “real” ma non scende mai dal piedistallo. Troppa consciousness va digerita…
Chiaramente ci sono momenti di maggiore spessore, come per esempio il convincente bounce di Tight Eyes, (con Oh No), i potenti ritmi giamaicani diGunshot (con Chip Fu) e la maestosa Grand Theft Auto, ma non si decolla.
Gli Okayplayers ameranno questo disco. Per tutti gli altri, dominerà il senso di aurea mediocritas. Nicolay & Kay sono bravissimi, è solo che il risultato in questo caso non è particolarmente interessante.

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