giovedì 28 maggio 2009

Cage - Depart from Me

Cage è un rapper straordinario, e fa dischi che ti fanno accapponare la pelle. Ha una capacità di scrittura pazzesca e cambia flow come e quando vuole.
L’unico problema è che ho passato 15 anni da un pezzo, e quindi mi viene difficile identificarmi con un approccio sample-free che, chitarroni compresi, sembra più “emo” che non hip hop. Detto questo, alcune canzoni sono incredibili, c’è roba pretenziosa e, nonostante la vita gli abbia giocato brutti scherzi (non ultimo il fatto che mentre Cage registrava, il suo migliore amico Camu Tao stava morendo di cancro), Cage riesce anche a non prendersi sul serio, infilando alcuni momenti di cazzeggio che sembrerebbero inutili o fuori posto se uno cercasse di essere “conformista” e costruito nell’approccio dark.
Fra l’altro, se lo facesse, potremmo anche perdonarlo. Non capita a tutti di avere un padre tossicomane che ti costringe a tenergli il legaccio mentre si buca, o di essere messo praticamente per sbaglio in un istituto psichiatrico...
Non mentirò, ho sentito l’album solo una volta (devo ovviamente risentirlo bene) e l’impatto emotivo mi ha proprio portato via (non ce la faccio più a sentire roba del genere tutta di seguito, mi fa proprio male dal punto di vista emozionale), però il confronto con altri maestri della parte “oscura” (vedi Necro, ma anche La Coka Nostra, per dire) è tutto dalla parte di Chris, vuoi solo per la genuinità (vedi anche qui, per dire). Se solo riuscissimo ad avere dei beat un po’ meno “rockettari”...


6 commenti:

New Division ha detto...

Forse sono l'unico in tutt'Italia che è riuscito a capire appieno questo disco. Ma andiamo di passo in passo, allora, innanzitutto non vedo cosa ci sia di male nel sample-free, è un modo innovativo di fare Hip-Hop che ormai nell'Indie si stà radicando (vedi Atmosphere ad esempio) e che a mio parere vede una formazione a 360° del produttore, nonchè un talento nel creare gli arrangiamenti etc... Emo non direi proprio, è un qualcosa che si affibia a Cage forse per il fatto dei capelli non proprio da rapper e per gli atteggiamenti cupi ma le influenze Emo proprio non ci sono, semmai Indie Rock. L'unico momento di cazzeggio è Kick Rocks che alla fine, anche se è solo una skit, è perdonabile, anche perchè rimane un pezzo sulla droga. Per il resto la maturazione di Cage è incredibile, oramai è un artista completissimo, che è riuscito a crearsi un proprio stile personalissimo fatto di dissonanze che si mischiano con ritornelli a presa facile. In definitiva un album che può si trova inferiore solamente in alcuni beats a Hell's Winter, ma che dalla sua vede una maturità e una compattezza superiori al precedente capolavoro (anche in tecnica forse preferisco DFM, Cage riesce a spaziare benissimo dal flow narcotico dei brani più lenti a pezzi in cui diventa inarrestabile). Infine concordo sul fatto che si trovi su un altro livello rispetto a La Coka Nostra etc... fosse solo per i testi di Chris e per l'uso delle immagini dure ad un fine più che altro emotivo. Alla fine dei conti un album che si lascia apprezzare piano piano, il più difficile del buon Chris in assoluto (io lo stò già adorando tutto tranne Teenage Hands).

Antonio ha detto...

innanzitutto non vedo cosa ci sia di male nel sample-free, è un modo innovativo di fare Hip-Hop che ormai nell'Indie si stà radicando (vedi Atmosphere ad esempio) e che a mio parere vede una formazione a 360° del produttore, nonchè un talento nel creare gli arrangiamenti etc...

Non c'è ovviamente nulla di male. È solo che l'approccio qui non mi prende al 100%, perche' risulta troppo omogeneo (basso, chitarra e rhodes usati sempre nella stessa maniera. È, ripeto, una questione di gusto.

Emo non direi proprio, è un qualcosa che si affibia a Cage forse per il fatto dei capelli non proprio da rapper e per gli atteggiamenti cupi ma le influenze Emo proprio non ci sono, semmai Indie Rock.

A parte che "emo" è ormai un ombrello dove si mette di tutto, dico che l'immaginario cui (inconsapevolmente? boh) Cage si rivolge è quello dei quindicenni che ascoltano quel tipo di musica.

Per il resto la maturazione di Cage è incredibile, oramai è un artista completissimo, che è riuscito a crearsi un proprio stile personalissimo fatto di dissonanze che si mischiano con ritornelli a presa facile.

Su questo posso concordare, anche se resta il fatto che per me è difficilissimo identificarmi in qualunque modo. Sei anni fa, quando avevo una fidanzata completamente folle che mi faceva soffrire, allora sarebbe stato piu' semplice.

Meglio il supereroismo decadente de La Coka Nostra, per cazzeggiare.

Ciao e commenta quando vuoi!

New Division ha detto...

I gusti sono sacrosanti e sono il primo a dirlo. Non vedere il tutto come un attacco, bensì come un mio parere personale, anche perchè mi sembra che in alcune cose siamo fondamentalmente d'accordo. Posso quotarti in parte sul fatto dell'uso dei barrè chords di Sean Martin, che alla fine ritorna spesso, ma sinceramente non mi dà fastidio e nemmeno mi annoia (per farti un esempio, un disco come Black Snow degli Snowgoons mi aveva distrutto le palle con ritmi sempre uguali e fondamentalmente un apporccio ai pezzi praticamente sempre identico).
E l'uso della parola "emo" come "ombrello" mi dà fastidio perchè sò cosa significa la parola "emo" (purtroppo non l'ho vissuto) e vedere queste ondate di ragazzini fondamentalmente idioti definiti con questa parola mi fà girare le palle (mi riferisco alla credenza generale che quelli siano emo). Non credo che comunque Cage voglia avvicinarsi a questo tipo di ascoltatori, anzi, mi sembra che voglia proprio proseguire per la sua strada fottendosene di tutto e di tutti (in primis dei fan coglioni che dicono che deve tornare a drogarsi), inoltre le sonorità mi sembrano tutt'altro che radio friendly oppure nelle corde dei giovani di oggi, cioè, credo che si gaserebbero di più davanti ad un Ill Bill su un beat pomposo (sinceramente, ce lo vedi un pezzo come I Found My Mind In Connecticut sulla radio? Io no...).
Per il resto, i testi sono moooolto autobiografici, di più che rispetto al passato, e comunque prevalentemente il significato del disco è quello del passare in periodi di vita impossibili per poi uscirne più forti (è un album figlio del periodo più recente della vita di Chris, credo che se Camu fosse stato ancora vivo non sarebbe mai uscito un disco così cupo e triste).
Certo, non mi ci identifico, e forse è meglio così, perchè chi vorrebbe passare in periodi simili? Resta comunque il fatto che colpisce il lato emotivo come solo il Cage moderno sa fare. Di sicuro non è un ascolto per i momenti di cazzeggio.

Antonio ha detto...

Amen su tutto. La vediamo proprio in maniera uguale.
E che Cage usi la musica come strumento catartico, fottendosene di tutto e tutti, mi pare evidente.
E il lato emotivo è talmente forte che ho proprio paura che mi travolga.

Passa quando vuoi e commenta quando e come ti pare. Non l'ho mai vista come un attacco personale. Si posta per discutere, alla fine.

New Division ha detto...

E' anche bello uno scambio di opinioni fatto come si deve :D

Comunque ecco, si, sono un fan, non ci posso fare niente. Rimane il fatto che sono stato più che soddisfatto da Cage, un album innovativo, cupo ed emotivo come piacciono a me.
E poi è sempre stato sincero, da quando parla di questo disco ha sempre avuto le idee chiarissime...

Comunque ho notato che ti piace J Mascic, complimenti, un grandissimo! Dinosaur Jr. sempre!

Ti aggiungo agli amici del mio blog.

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie