lunedì 16 luglio 2007

Considerazioni

Mentre sono qui a casa, solo, a mangiare schifezze e ad ascoltare Yesterday’s Universe, trovo finalmente il tempo di sedermi al computer a fare qualcosa di costruttivo (e non beats come al solito, ahah).
È da un po’ di tempo che ci rifletto su, e finalmente riesco ad elaborare in maniera convincente: nella mia vita recente sono successe cose importanti, che mi hanno spinto a mettere in discussione il mio essere blogger.
Per un po’ di tempo, non sono riuscito a scrivere niente, schiacciato da eventi più grandi di me, e poi (vinto il blocco) ho postato in maniera estremamente rarefatta rispetto al mio “attivismo” radicale iniziale (473 post in meno di due anni), tirando fuori solo una ventina di post negli ultimi 4 mesi.
Da qualche tempo, ho iniziato a considerare alternative all’impostazione che La Cantina dei Diseredati aveva all’inizio.
Al momento, più che parlare di hip hop in senso stretto (in maniera dura e pura), avrei l’ambizione di fare (anche) una specie di blog-giornalismo ispirato al Bonz Malone dei bei tempi (e non al clone cattivo che lo ha sostituito).
In questo senso, vorrei (anche) rendere il mio blog più accessibile ai non “iniziati”, utilizzando il mio rappresentare l'hip hop per discutere argomenti non solo legati alla tecnica di Raekwon o al perché DJ Premier sia il miglior produttore di tutti i tempi (per esempio). Applicare la mia essenza alle cose di tutti i giorni. Per citare Kris e Marlon, “Hip Hop Lives”.
E la prima cosa che mi è venuta in mente è di mettere in atto una serie di considerazioni estetiche stimolate dalle mie letture web.
Seguo molti hip hop blogs, ma una fetta considerevole del tempo “bloggoso” la passo a leggere blog fumettistici (di autori aspiranti e affermati). Che, lasciatemelo dire, quasi sempre fanno pena.
Elaboro: di solito sono scritti bene, ma hanno una serie di difetti che me li rendono insopportabili e che vorrei che il mio blog non avesse.
L’aspetto più evidente di questi blog è quello dello sbilanciamento contenuti/cazzate a favore delle cazzate, ma tipo 10 a 1! Poi c’è la questione del tecno-narcisismo, che spesso rende questi blog solo una vetrinetta da pavoni virtuali. Questo è l’aspetto più duro da stomacare, sinceramente, insieme all’aria di finta comunità che si crea nell’area commenti.
Ma questa è vita. Il problema è che spesso i post che leggo sembrano scritti in modo da lanciare solo un’esca per ricevere complimenti (salvo poi incazzarsi come iene contro quelle teste di cazzo degli anonimi, ovvio…), senza il minimo approfondimento (e senza dire niente).
Il terzo aspetto è quello della piattezza dei gusti (ma ne parlerò in un post apposito).
Ma basta parlare male dei blog fumettistici, e veniamo al sodo. Un paio di blog (che non nominerò) che seguo sempre, mi hanno fatto venire in mente una considerazione tanto banale quanto illuminante.
Molto del mio modo di essere in campo fumettistico è legato all’hip hop, anche se sembra una contraddizione.
Prendiamo ad esempio la tendenza tutta fumettistica a crogiolarsi con mille edizioni diverse dello stesso fumetto (la sindrome Absolute Edition?). È una infezione che non ho mai preso, e credo che mi derivi dalla mia formazione di fruitore hip hop.
Noi, infatti, consideriamo l’opera d’arte inscindibile dal contesto tecnologico in cui questa è stata partorita. Mi spiego meglio: prendiamo in esame il discorso delle nuove edizioni di vecchi fumetti in dimensioni aumentate e condizioni di stampa migliorate.
Per me non c’è nessun appeal o motivo di eccitazione in questo. Lascio da parte le considerazioni di tipo estetico (è ovvio che una tavola di Pratt me la godo di più in dimensioni maggiori), e mi concentro sulle implicazioni filosofiche. Per un fruitore di hip hop (e parlo ovviamente di fruitori attivi, non di chi sente Snoop Dogg alla radio), il discorso è che conta il formato in cui l’opera è stata partorita. E non si tratta di luddismo, badate.
È proprio una filosofia di vita: il vinile è un oggetto ancora vivo, per i diggers, con tutte le idiosincrasie del caso. Il CD non porta nessun miglioramento nell’opera. Anzi semmai toglie carattere.
Perché, semplicemente, se un disco è uscito inizialmente in vinile, quello era lo standard di qualità cui il musicista tendeva all’epoca. Ignorarlo significa abbracciare un concetto estetico che in qualche maniera scinde l’opera (d’arte?) dal proprio zeitgeist iniziale, e questo non è sostenibile. Paid In Full, Watchmen, Guerra e Pace sono capolavori ANCHE perché concepiti e realizzati in un preciso momento storico e con precise limitazioni di formato.
Questo discorso è completamente inaccettabile nel campo fumettistico, dove il mondo sembra sollazzarsi con almeno 4 versioni italiane diverse di Watchmen in 15 anni…
E questo aprirebbe anche la porta ad una serie di considerazioni sulla diversa filosofia fra la “cristallizzazione” implicita nella passività del collezionismo a fumetti, a paragone della ricontestualizzazione hard implicita nella attività del collezionismo hip hop, dove i breaks hanno senso in quanto remixati (e remixanti), ma mi fermo qui.
Ora vediamo se questo approccio riesce a stimolare commenti da parte di amici che so che di solito non commentano…

3 commenti:

L ha detto...

uhm, beh se devo fare un discorso oggettivo hai avuto una bella idea (effettivamente è vero che posti pochissimo ormai) però se devo parlare da Ilaria e devo essere onesta il tuo blog "cosìcom'è" è uno dei due unici blogs che leggo DAVVERO e che quando trovo non aggiornati mi fanno pensare UFFFFFF, EDDAJE, SCRIVI QUALCOSA!!!

quindi che devo dire...Lauryn Hill ha fatto un disco soul con un po' di rap, io la preferivo quando era più rappusa ma se lei "se la sente così" rispetto le scelte (e il disco ce l'ho e lo ascolto in ogni caso)

;)

Antonio ha detto...

Larri,

il blog avrà ANCHE spazi più accessibili, ma ci saranno sempre i momenti più "tecnici".
Non posso farne a meno...
Magari durante l'estate riordino i pensieri e scrivo qualcosa di più.
Il prossimo post, per esempio, sarà sul perché in Italia (in generale) la gente non ne capisce niente di musica ...

L ha detto...

hahaha vabbè okay, ho fatto la figura della paranoica-apprensiva lo ammetto.