Un Tributo agli EPMD
Due ragazzi di Long Island, Eric “E” Sermon e Parrish “PMD” Smith, fanno uscire nel 1987 un album dal titolo Strictly Business e tutto il resto è storia.
È da lì in poi che nel rap entrano dosi di funk da cavallo, i campionamenti del P-Funk e la coscienza di essere hardcore.
È da quel punto lì che parte l’avventura della prima e forse più grande di tutte le squads: la Hit Squad originale, quella comprendente Redman, K-Solo, Das EFX, Nocturnal, e che poi genererà quella fucina di talenti (parzialmente inespressi) che risponde al nome di Def Squad: fra i membri, ricordiamo Eric Sermon, Keith Murray e Redman (nonché il produttore Rockwilder), e i meno famosi (e bravi) Mally G, Hurricane G e Sy Scott.
Se i Run DMC sono i “nostri Beatles” (per citare Chuck D), gli EPMD sono quantomeno i Rolling Stones: agli stessi livelli!
Il livello di un album monumentale come Strictly Business non verrà più superato, né dagli EPMD (Eric and Parish Making Money) né da altri, e creerà lo stampo per tutti quelli che verranno dopo. Un superlativo concentrato di campionamenti stratificati (solo in Jane ce ne sono almeno 3, fra cui Mary Jane di Rick James e Tramp) che incarna quell’idea di freshness che solo i negri old school possono incarnare. Fate un paragone fra Eric e Parish vestiti col cappellino da pescatore ed un Joe Budden o Fabolous qualsiasi e ditemi chi vince…
Dopo quell’album per la Sleeping Bag, ricampionato da tutti mille volte, c’è il passaggio alla Def Jam e altri album e successi (Gold Digger, Crossover, Headbanger), fino ai dissidi, gli alterchi, le minacce e la separazione.
Da quel momento in poi, le carriere di E e PMD non saranno mai più troppo fortunate. In particolare, PMD rientrerà in silenzio nell’underground (il suo Business Is Business è uno degli album più sottovalutati di tutti i tempi, potentissimo e duro come il cuoio) senza mai avere troppo successo (nonostante un flow che non teme confronti), e si dedicherà senza successo alla nuova Hit Squad, allevando un fuoriclasse dell’underground come Angel (Adolf?) “8-Off” Aguilar (Agallah?), solo ora in procinto di essere il nuovo big name dell’underground di New York dopo tantissimi (troppi) anni di gavetta.
Eric Sermon, dal canto suo, nel corso degli anni, è diventato sempre più commerciale e pigro, arrivando ad inventare (da produttore) l’arte dell’autocampionamento, riciclando ad nauseam i propri campioni… La macchia più grande, però, rimane la discesa nell’ R’n’B, dopo i proclami di No Crossover.
Le successive reunions (e relativi albums) hanno evidenziato il fatto che il “Making Money” del nome EPMD è ormai il fattore prevalente, anche se per la verità ogni tanto qualche guizzo c’è stato (tipo The Joint, grandissima canzone).
Eric Sermon ha dato il meglio come produttore di Redman, creando il suono trademark del più grande funkettaro che abbia mai toccato un microfono (a parte forse George Clinton e Bootsy Collins…) e svezzando la superstar Rockwilder, ma oggi la sua stella è in declino. Sempre che non si riesca a riformare la Hit Squad originale, che riunirebbe gente troppo incazzata e brava, che ha bisogno di tornare sulla cresta dell’onda (vero, Keith Murray?). I represent the hardcore…
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