giovedì 16 giugno 2005

Wu-Tang Special 1 – Perché è crollato il Wu-Tang Clan


Era destino che i nove MC di Shaolin (Staten Island) dovessero lasciare un segno indelebile nella storia dell’hip hop e della musica più in generale. Sin dal seminale debutto, Enter The Wu-Tang (36 Chambers), i nostri hanno portato nella musica hip hop prospettive nuove, hanno creato dal nulla una iconografia che possiamo definire in maniera lata “post-gangsta”, hanno elevato il campionamento di brani di film ad arte suprema e soprattutto hanno saputo influenzare in maniera trasversale tutta una cultura, diventando punti di riferimento sia del rap mainstream sia di quello underground più duro e puro. Come non meravigliarsi del fatto che la Wu-Tang Dynasty abbia ispirato sia le crew più sputtanate come la Murda Inc. sia artisti di assoluta integrità come MF Doom (vedi i Monster Island Czars) ed i Cannibal Ox?
A fronte di tanto carisma e di una sagacia commerciale non comune, i Wu-Tang hanno però fatto diversi sbagli fondamentali, alcuni addirittura già dall’inizio.
Il primo errore è stato probabilmente quello di estendere il numero dei membri a nove (con Cappadonna che doveva essere addirittura il decimo!) includendo così zavorra umana come l’insipido Inspectah Deck e lo scarsoide U-God.
U-God, per la cronaca, è stato uno di quelli che hanno poi buttato fango su RZA, ignorando il fatto che senza l’affiliazione al Wu-Tang non sarebbe arrivato da nessuna parte…
A questo primo sbaglio ne è seguito un altro, ovvero l’arruolamento di mezze tacche come “weed carriers”, che ha fatto si che sia difficilmente smentibile l’affermazione che dal Wu-Tang Camp non è mai uscito un disco decente, a parte Heavy Mental di Killah Priest, ma questa è un’altra storia.
Questo perché il cardine delle produzioni Wu-Tang è sempre stato il sound a là RZA. E se i Wu-Elements (Tru Master, Allah Mathematics, il rinnegato 4th Disciple e per qualche tempo Goldfingaz) hanno sempre, più o meno, tenuta alta la bandiera di Shaolin, altrettanto non si può dire dei rappers. Qui si deve fare un discorso a parte per il grande Killah Priest, mostro lirico che, paradossalmente, è stato fondamentalmente penalizzato dall’affiliazione Wu-Tang, ma che comunque mostra non comuni qualità al microfono.
Gli altri, invece, non hanno mai dato segno di una qualche brillantezza lirica. Nomi? Killarmy, La The Darkman, Sunz of Man, Northstar, Black Knights, Remedy, Cilvaringz (un olandese che è fra i meno peggio, paradossalmente), Royal Fam, Streetlife e via dicendo.
Negli anni ho accumulato una quantità di dischi in cui c’erano solo una o due canzoni forti…
Ovviamente, tutta questa messe di mondezza ha minato alla base lo zoccolo duro di fans del Wu-Tang, scalfendone l’immagine di vincenti.
E qui arriva l’altro errore fondamentale. La strategia di marketing di RZA era stata perfetta: contratto come gruppo per la Loud e contratti solisti per una serie di prestigiose etichette, tipo Def Jam per Method Man e Geffen per Genius. Sebbene questo abbia contribuito alla fortuna del Wu-Tang, in quanto gli album “storici” del Clan erano tutti “cuciti” da RZA musicalmente e pesantemente assistiti dal punto di vista del featuring (fino ad Ironman di Ghostface Killah tutti “interni”, a parte Nas), ha creato un problema.
Infatti, tramite la strategia vincente di RZA il Wu-Tang Clan aveva sfornato capolavori come 36 Chambers, Tical, Only Built 4 Cuban Linx, Return to the 36 Chambers, Liquid Swords, e il più che dignitoso Ironman, e questo determinò una crescita sfrenata dell’ego, da parte di qualcuno, o semplicemente le parabole creative dei diversi individui presero inclinazioni leggermente diverse. RZA, il motore musicale, l’uomo che aveva prodotto il 99.9% delle basi, probabilmente si era stancato di fare beats “analogici” e voleva diventare Digitale (e Bobby Digital, riascoltato ora, è una bomba assoluta), mentre gli altri membri del clan con un disco nel carniere volevano continuare a battere il ferro caldo… E pensavano che fosse impresa semplice sostituire RZA alla consolle.
Questa differenza di visioni ha determinato la rottura interna ed, incidentalmente, alcuni degli album Wu più brutti: Immobilarity, Uncontrolled Substance, Nigga Please e via dicendo. Tutti album in cui la produzione di Prince Rakim è stata minoritaria…
Dopo Wu-Tang Forever, un capolavoro monumentale e sottovalutato in termini di liriche e musica, nulla è stato più lo stesso, e l’impero è crollato pesantemente.
La carriera di Method Man è stata praticamente stroncata (ed il nostro John Blaze è diventato la pallida caricatura di sé stesso nel deleterio Tical 0 The Prequel). Non è un caso che aumentino le parti da attore e diminuiscano le canzoni nuove. GZA è tornato (per sempre?) nell’underground (ora si è ufficialmente accasato alla Babygrande), dopo un album discreto (Beneath the Surface) ed uno senza né arte né parte (Legend of the Liquid Sword), in cui il suo mass appeal si è considerevolmente ridotto. ODB ci ha lasciato dopo una parabola breve e intensa, ma andata a sfumare dopo Return to the 36 Chambers ed avviata all’oblio.
Lo stesso RZA ha perso del tutto il mordente (anche se ha raggiunto il grande pubblico tramite Tarantino, la scintilla non c’è più), come dimostra The ReBirth. Solo Ghostface è in grande forma, ma ad un prezzo altissimo, ovvero l’abiura del Wu-Tang sound!
Oggi la situazione è questa: le cose sono fluide e possono sempre cambiare (vedi il ritorno di Snoop Dogg dopo gli anni No Limits) ma il periodo in cui il Wu-Tang creava le mode è finito ed oggi i nostri si possono solo limitare a seguirle.
Ghostface è l’unico in grado di muovere le masse, anche grazie alla sua personalità, ODB è morto, ma la sua rinascita artistica sembrava difficile nonostante i Neptunes, Method Man è clinicamente morto, a meno che Redman non lo faccia risorgere…
RZA ha perso i superpoteri, Inspectah Deck e U-God sono sottozero, GZA e Masta Killa possono ambire ad essere eroi dell’underground e Raekwon sembra incapace di fare una rimonta, possibile solo se tira fuori dal cilindro Cuban Linx 2 (e senza RZA la vedo dura).
Quale futuro per il Wu-Tang? Purtroppo, a meno che non sia possibile dirimere le questioni interne e tirare fuori un album al 100% (e senza ODB questo non sarà forse più possibile) solo pochi sopravviveranno: se dovessi scommettere su qualcuno, direi RZA per la sua capacità di riciclarsi presso il pubblico non rap e Ghostface per la personalità. Per gli altri (ex?) fuoriclasse, la vita sarà dura…

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