martedì 26 aprile 2005

Font-asmagorie pop

Rian Hughes è uno di cui non avete mai sentito parlare e di cui probabilmente non sentirete parlare in futuro, nonostante il suo lavoro sia importantissimo ed al momento Hughes rappresenti uno dei massimi esponenti di quelli che ispirano lo Zeitgeist.
Designer raffinatissimo, prestato anche al fumetto, Hughes si distinse negli anni pre-Vertigo per i disegni di alcuni albi di Doom Patrol in coppia con lo sceneggiatore Grant Morrison (nell’ era di Il Dipinto che Mangiò Parigi), ma, troppo versatile per essere “contenuto” nelle pagine di un fumetto, cercò la sua via al di fuori dei comics, ai quali comunque non disdegna di partecipare di tanto in tanto. Suo è infatti il design di alcuni dei comic books più belli mai visti sugli scaffali (tranne Chris Ware, of course), come WildC.A.T.s e The Intimates.
A parte il fumetto, l’altra grande passione di Rian sono i fonts, commissionatigli da tutti i più importanti colossi economici. Se vedete i fonts di Hughes, non potete fare a meno di notarli, rotondeggianti e sexy. E si vede che sono suoi da centomila miglia.
In questi giorni, in particolare, sembrano essere tutt’intorno a noi in un’orgia quasi psichedelica: sempre appropriati, grafici ed intrinsecamente pop (e così cool), i fonts di Hughes sembrano la cartina di tornasole per definire la sensibilità pubblicitaria del momento. Facendo zapping come spesso mi capita, ho notato in questi giorni, alla rinfusa, quelli per la campagna Pop della Lacoste, quelli per ComedyLab 2 di MTV (cliente privilegiato) ed almeno un altro esempio che mi sfugge. Per maggiori informazioni su Rian Hughes ed i suoi fonts, www.devicefonts.co.uk.

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