lunedì 25 marzo 2013

Fenomenologia dei Cambi di Nome nel Rap


Sarà l’età, sarà la routine, ma a un certo punto capita a tutti. Arriva una certa insicurezza/insoddisfazione e i rapper devono cambiare nome.
Il primo che mi ricordo è stato Frost, seguito a ruota da Tragedy Khadafi.
Ma nel loro caso, la cosa sembrava naturale e giustificabile: è un po’ difficile spacciarti come “Kid”, quando l’età è vicina alla pensione, e certamente la parola “Intelligent” stona, quando stai sforacchiando i vestiti di Versace dei nemici a colpi di Uzi.
Così come non fu una sorpresa che, dopo certe tragedie personali, Zev Love X dei KMD ritornasse in scena sotto la nuova guisa di MF Doom, completo di maschera da Dottor Destino e tutto.
Successivamente, la poli-identità artistica è stata sdoganata definitivamente dal Wu-Tang. La necessità di re-invenzione da parte di Prince Rakeem (diventato The RZA) e Genius (The GZA), nasceva dal fatto di rifarsi una verginità dopo i non esaltanti trascorsi in Tommy Boy e Cold Chillin’ rispettivamente, e si è trasformata in un trionfo di soprannomi per ogni membro del Clan (come dimenticare l’esilarante skit di Ed Lover sul secondo album di Method Man)? Va notato che, però, a parte qualche aggiustamento nello spelling, i membri originali del Wu-Tang hanno sempre inciso con lo stesso nome, nonostante la cornucopia di pseudonimi.

Lo sdoganamento del cambio d’identità, successivamente, ha favorito tre tipi di cambio di identità:
1) cambi di nome per motivi legali: mi vengono in mente Smiff’n’Wessun in Cocoa Brovaz, il breve giro degli Artifacts come Brick City Kids e Slum Village/J88. Probabilmente, il discorso vale anche per Jay Dee/J Dilla (oltre alla necessità di differenziarsi da quel monumento vivente all’imbarazzo che è l’altro JD, Jermaine Dupree). In questo caso, poco da dire: la regola 4080 vale sempre, nell’industria del rap.
2) Cambi di nome per poliedricità: alcuni artisti hanno una tale gamma di espressione artistica che è difficile ingabbiarli in un solo moniker: Madlib (DJ Rels, Beat Conductor/Konducta/Konductah), Kool Keith (Dr. Octagon, Dr. Dooom, Big Willie Smith, Tashan Dorrsett etc.) e il già citato Zev Love X (MF Doom, King Gheedora, Victor Vaughn), hanno inciso sotto una varietà di nomi che in massima parte giustificano i vari pseudonimi usati, e testimoniano il livello di ossessione per il Wu-Tang del signor Daniel Dumile.
3) Cambi di nome per indecisione/opportunismo/coglioneria: qui la situazione si fa già più imbarazzante: di solito, infatti, gli artisti che iniziano in un modo e a un certo punto cambiano nome commettono due errori. Il primo è quello di scegliere nomi più scadenti/noiosi/idioti degli alias iniziali (un chiaro esempio sono 2Pac/Makaveli, Medaphoar/MED, Everlast/Whitey Ford, Puff Daddy/P Diddy/Diddy e 8-Off/Agallah/Don Bishop Agallah, che prenderebbe il premio se non ci fosse quel capolavoro del nonsense che è Mos Def/Yaasim Bey). Un errore chiaramente imperdonabile, ma mai come il secondo: consegnare di solito la carriera alla mediocrità. Esempi? Cappachino/Cappadonna (dopo la prima apparizione su Cuban Linx e il primo album, è stata tutta discesa), Jo-ell Quickman/Joell Ortiz (vabbè, nel suo caso non c’è mai stato altro, nonostante mezzi di base impressionanti. Incidentalmente, il primo nome era inascoltabile!), ma anche MF Grimm/Jet Jaguar/GM Grimm. Nel caso di Freddie Foxxx/Bumpy Knuckles e di What What/Jean Grae, l’eccezione che conferma la regola vuole che questi ultimi due siano riusciti, almeno per qualche momento, a riaccendere l’interesse su di loro.
4) Cambi di nome nel tentativo di rinvigorire la propria carriera. E qui arriviamo all’apice della tristezza, in quanto questo cambio di nome è l’ultimo colpo di coda prima dell’oblio. Senza ritorno, parrebbe. Ricordate N.Y. Oil (Kool Kim degli UMC)? Dr.Ama (Dark Skinned Assassin)? Swigga (L-Swift dei Natural Elements)? Supercoven (Goretex Medinah dei Non Phixion)? No? Nemmeno noi.
Quantomeno P.A.P.I., ovvero l’incomparabile Noreaga, ha avuto il buon senso di ammettere che si tratta di un tentativo: se le cose vanno male, tornerà a farsi chiamare N.O.R.E., come sempre. Più che pragmatico, thugmatico. Sono sicuro che gli piacerebbe.
E ora arriva la pietra tombale a questo trend. Gucci Mane ha recentemente annunciato su Twitter (per altro senza errori di ortografia- anzi, solo uno) che da Luglio il suo nuovo nome sarà Guwop.


Guwop.


Guwop.


Guwop. Ora possiamo morire contenti.*



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* I cinghiali veri, invece, non cambiano mai nome. Vedi Shorty Shit Stain, che resta coerente in saecula saeculorum.

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