Letture dell’Estate I
Henry Jenkins - Cultura Convergente (Apogeo)
Cultura Convergente è il bel saggio del Professor Henry Jenkins, che si distingue per acume critico e capacità di intrattenere il lettore nel tracciare gli scenari della nuova era dell’interazione fra diversi media “digitali”. Il libro, pur essendo nuovo (l’edizione originale è del 2006), non è nuovissimo, e quindi rimane indietro su alcune delle ultime novità soprattutto in sede web (vedi facebook e twitter, per dirne due), ma questo non inficia la qualità del discorso portato avanti da Jenkins in maniera documentata, “hands on” e mai superficiale. In questo senso, Jenkins si differenzia dai soliti solipsismi di certi intellettuali dei media, sporcandosi invece le mani con categorie normalmente malviste dai nostri lumpenintellettuali, come “fandom”, forumisti, “machinima” e spoilers. E anche l’introduzione di Wu Ming appare più arguta e meno irritante del solito, probabilmente proprio grazie agli schemi di ragionamento adottati da Jenkins e messi a disposizione di tutti.
Apprezzabile anche la traduzione, che deve fare i conti con l’invenzione di un gergo in Italia ancora non esistente, mentre lascia l’amaro in bocca la presenza di un numero francamente inaccettabile di refusi a costellare il testo, dati anche i 22 euro di prezzo che non sono propriamente una bazzecola.
Una curiosità: fra i ringraziamenti e le fonti citate ricorrono i nomi di fumettisti di genere (un certo numero di impiegati della DC, fra l’altro), da noi spesso disprezzati da certa “critica”. Mentre gli “artisti” e gli “intellettuali” del fumetto non hanno di meglio da fare se non pontificare su cazzate ed esercitare quell’opera di “monumentale masturbazione artistica” (word to Tricky) che spesso li caratterizza, per lo meno in Italia, gli “artigiani” stanno tranquillamente (e magari a volte inconsapevolmente, ma neanche poi tanto) cambiando il nostro modo di vivere nel mondo della tecnologia convergente. Tutto ciò merita un momento di riflessione, no?
Cultura Convergente è il bel saggio del Professor Henry Jenkins, che si distingue per acume critico e capacità di intrattenere il lettore nel tracciare gli scenari della nuova era dell’interazione fra diversi media “digitali”. Il libro, pur essendo nuovo (l’edizione originale è del 2006), non è nuovissimo, e quindi rimane indietro su alcune delle ultime novità soprattutto in sede web (vedi facebook e twitter, per dirne due), ma questo non inficia la qualità del discorso portato avanti da Jenkins in maniera documentata, “hands on” e mai superficiale. In questo senso, Jenkins si differenzia dai soliti solipsismi di certi intellettuali dei media, sporcandosi invece le mani con categorie normalmente malviste dai nostri lumpenintellettuali, come “fandom”, forumisti, “machinima” e spoilers. E anche l’introduzione di Wu Ming appare più arguta e meno irritante del solito, probabilmente proprio grazie agli schemi di ragionamento adottati da Jenkins e messi a disposizione di tutti.
Apprezzabile anche la traduzione, che deve fare i conti con l’invenzione di un gergo in Italia ancora non esistente, mentre lascia l’amaro in bocca la presenza di un numero francamente inaccettabile di refusi a costellare il testo, dati anche i 22 euro di prezzo che non sono propriamente una bazzecola.
Una curiosità: fra i ringraziamenti e le fonti citate ricorrono i nomi di fumettisti di genere (un certo numero di impiegati della DC, fra l’altro), da noi spesso disprezzati da certa “critica”. Mentre gli “artisti” e gli “intellettuali” del fumetto non hanno di meglio da fare se non pontificare su cazzate ed esercitare quell’opera di “monumentale masturbazione artistica” (word to Tricky) che spesso li caratterizza, per lo meno in Italia, gli “artigiani” stanno tranquillamente (e magari a volte inconsapevolmente, ma neanche poi tanto) cambiando il nostro modo di vivere nel mondo della tecnologia convergente. Tutto ciò merita un momento di riflessione, no?
Nessun commento:
Posta un commento