15 Minuti di Celebrità
Qualche giorno fa, mentre leggevo questo pezzo, mi sono imbattuto in una frase che mi ha un po’ inquietato (e scocciato):
He’s made hundreds of beats down there (most of them take only 10 minutes to finish), and all the big Gucci Mane and OJ Da Juiceman songs originated there, from “Bricks” to “Make the Trap Say Aye.”
L’inciso, quello dei 10 minuti, messo lì quasi per caso (ma invece voluto), mi fa pensare che l’autore abbia voluto compiere una scelta precisa. O il tizio si è meravigliato - in buona fede - della velocità di Zaytoven, oppure ha voluto sminuire la qualità della musica del beatmaker in funzione (a parere dello scrittore) di una presunta troppa velocità. Premesso che forse ci sto leggendo troppo (e magari invece non c’era nessun intento polemico da parte del redattore) e premesso che Zaytoven è uno scarsoide che usa sempre le stesse soundbanks, se (e sottolineo se) le cose stanno come da me immaginato ci troviamo di fronte alla solita “misconception”. Cioè, al di là del fatto che Zaytoven ha probabilmente fatto lo sborone rispetto alla propria velocità nello sfornare beats, ed al di là del fatto che il tempo in studio, al computer, sembra passare più velocemente, è chiaro che non c’è niente di male nel “sentire” subito un beat, anzi. Vale la regola di Just Blaze: “se in 15 minuti non hai trovato il feeling per un beat, butta via tutto e ricomincia”. Amen.
E non si pensi al solito colpo ad effetto, perché se Noel Gallagher può vantarsi di aver scritto la musica di Wonderwall in appunto 15 minuti (cosa che lo rende un Dio agli occhi di certi giornalisti), perché non può farlo un qualsiasi beatmaker (o qualsiasi altro musicista)?
Alla fine, James Brown costruiva molte composizioni sui groove di Clyde Stubblefield: quanto gli ci può essere voluto per molte di quelle? Io penso ugualmente una manciata di minuti. E per trovare il giro di So What, per dire, mica ci sarà voluta una vita...
Non è una questione di tempo, è una questione di qualità. Personalmente, sarei più preoccupato di un MC che scrive una canzone in 15 minuti, vedi il caso della catena di montaggio Gucci Mane...
He’s made hundreds of beats down there (most of them take only 10 minutes to finish), and all the big Gucci Mane and OJ Da Juiceman songs originated there, from “Bricks” to “Make the Trap Say Aye.”
L’inciso, quello dei 10 minuti, messo lì quasi per caso (ma invece voluto), mi fa pensare che l’autore abbia voluto compiere una scelta precisa. O il tizio si è meravigliato - in buona fede - della velocità di Zaytoven, oppure ha voluto sminuire la qualità della musica del beatmaker in funzione (a parere dello scrittore) di una presunta troppa velocità. Premesso che forse ci sto leggendo troppo (e magari invece non c’era nessun intento polemico da parte del redattore) e premesso che Zaytoven è uno scarsoide che usa sempre le stesse soundbanks, se (e sottolineo se) le cose stanno come da me immaginato ci troviamo di fronte alla solita “misconception”. Cioè, al di là del fatto che Zaytoven ha probabilmente fatto lo sborone rispetto alla propria velocità nello sfornare beats, ed al di là del fatto che il tempo in studio, al computer, sembra passare più velocemente, è chiaro che non c’è niente di male nel “sentire” subito un beat, anzi. Vale la regola di Just Blaze: “se in 15 minuti non hai trovato il feeling per un beat, butta via tutto e ricomincia”. Amen.
E non si pensi al solito colpo ad effetto, perché se Noel Gallagher può vantarsi di aver scritto la musica di Wonderwall in appunto 15 minuti (cosa che lo rende un Dio agli occhi di certi giornalisti), perché non può farlo un qualsiasi beatmaker (o qualsiasi altro musicista)?
Alla fine, James Brown costruiva molte composizioni sui groove di Clyde Stubblefield: quanto gli ci può essere voluto per molte di quelle? Io penso ugualmente una manciata di minuti. E per trovare il giro di So What, per dire, mica ci sarà voluta una vita...
Non è una questione di tempo, è una questione di qualità. Personalmente, sarei più preoccupato di un MC che scrive una canzone in 15 minuti, vedi il caso della catena di montaggio Gucci Mane...
4 commenti:
Mannò. Sentire un beat è una cosa, finirlo un'altra.
Lo schizzo va "sentito" subito, ma la realizzazione è tutto un altro paio di maniche. Pure Agallah si pavoneggiava della sua rapidità, ed io gli credo anche perchè la maggioranza delle sue robe sono patacche senza capo nè cosa.
Più che produttori 'sta gente mi sembra una bagascia ad un contest di bukkake
Ma infatti. Solo che uno con l'esperienza, una volta trovato lo scheletro, ci ritorna il giorno dopo e finisce il beat. E poi può dire di avere fatto il suo beat in dieci minuti. Esattamente come Gallagher avrà fatto per Wonderwall.
Su Agallah non concordo, ovviamente. Si sarà rovinato con la malattia della modernità (e l'affiliazione Dipset), ma il tocco di solito rimane.
La similitudine/metafora finale non l'ho capita...
large pro ha fatto breaking atoms in 2 settimane, poi c'ha impiegato 10 anni per fare uscire un album che faceva cagare
marley marl ha fatto Eric b is president, The Bridge Make the Music with you mouth e Stunt of the block in una settimana
certe volte non pensarci su troppo fa bene :)
djmp45
Esatto. Poi bisogna comunque sempre farci la tara sopra, a certe affermazioni... this is hip hop.
Posta un commento