La Settimana delle Classifiche - 3
I 5 migliori secondi albums di tutti i tempi, in nessun ordine particolare (con commento)
Il secondo album di un artista (sophomore, lo chiamano gli americani) è una prova importante. Qualcuno se l’è cavata alla grande, tanto da reggere il confronto con il primo album, altri hanno fatto persino meglio…
1) Nas - It Was Written. Sebbene non amato come Illmatic, deve essere essere (ed è) oggetto di una profonda rivalutazione. A ben guardare si possono individuare i prodromi della deriva pop di Nasir Jones, ma la produzione è straordinaria. Premier in formissima e anche i Trackmaster non fanno troppo schifo. E Nas tira fuori concetti incredibili come I Gave You Power.
2) Public Enemy - It Takes A Nation Of Millions To Hold Us Back. Dopo Yo! Bum Rush The Show le attese erano altissime. E la Bomb Squad, straordinario gruppo di produttori, mise insieme uno dei più grandi collages post-moderni di sempre, incorporando mille influenze diverse in un suono coesivo, funky, sonico, newyorkese e metallico. Da parte loro, Chuck D e soci si imbarcarono in una delle più grandi crociate anti-establishment che si siano mai viste, cavalcando il ritmo in quella che fu definita la CNN negra. Nessuno è intoccabile: ma quanto ci avevano visto lungo?
3) De La Soul - De La Soul Is Dead. E parlando di post-moderno, non si può non pensare a Prince Paul e i De La Soul. Se 3 Feet High & Rising era un capolavoro, i De La non sentirono la pressione e incanalarono intelligenza e spirito in una miscela fortemente influente sull’hip hop “conscio” degli anni successivi (Native Tongues, baby!). Mr. Huston, ovviamente, rilancia da par suo. Gli interludi da soli valgono il prezzo d’acquisto.
4) Gangstarr - Step In The Arena. No More Mr Nice Guy, il primo album dei Gangstarr, era mediocre a dir poco, ma solo perché lo spirito di squadra del duo Guru-Premier non si era ben cementato. Con la prima “vera” prova come gruppo le cose cambiano. Il flow monotono di Guru fa scuola e serve anche a fare capire quanto sia incredibile il tessuto sonico composto da Premier. È qui che assistiamo alla nascita di una leggenda…
5) Wu-Tang Clan - Wu-Tang Forever. Molti preferiscono il sapore raw di Enter the Wu-Tang, ma è innegabile che la pulizia dei suoni di Forever sia incredibile. Album doppio e monumentale, Forever rappresenta una delle imprese più ambiziose mai tentate da un gruppo, ovvero diventare commerciali vendendo “solo” sé stessi. Nessun coretto pop, o il rap’n’bullshit tanto odiato da RZA e GZA. Solo un distillato di pura filosofia Wu-Tang.
Il secondo album di un artista (sophomore, lo chiamano gli americani) è una prova importante. Qualcuno se l’è cavata alla grande, tanto da reggere il confronto con il primo album, altri hanno fatto persino meglio…
1) Nas - It Was Written. Sebbene non amato come Illmatic, deve essere essere (ed è) oggetto di una profonda rivalutazione. A ben guardare si possono individuare i prodromi della deriva pop di Nasir Jones, ma la produzione è straordinaria. Premier in formissima e anche i Trackmaster non fanno troppo schifo. E Nas tira fuori concetti incredibili come I Gave You Power.
2) Public Enemy - It Takes A Nation Of Millions To Hold Us Back. Dopo Yo! Bum Rush The Show le attese erano altissime. E la Bomb Squad, straordinario gruppo di produttori, mise insieme uno dei più grandi collages post-moderni di sempre, incorporando mille influenze diverse in un suono coesivo, funky, sonico, newyorkese e metallico. Da parte loro, Chuck D e soci si imbarcarono in una delle più grandi crociate anti-establishment che si siano mai viste, cavalcando il ritmo in quella che fu definita la CNN negra. Nessuno è intoccabile: ma quanto ci avevano visto lungo?
3) De La Soul - De La Soul Is Dead. E parlando di post-moderno, non si può non pensare a Prince Paul e i De La Soul. Se 3 Feet High & Rising era un capolavoro, i De La non sentirono la pressione e incanalarono intelligenza e spirito in una miscela fortemente influente sull’hip hop “conscio” degli anni successivi (Native Tongues, baby!). Mr. Huston, ovviamente, rilancia da par suo. Gli interludi da soli valgono il prezzo d’acquisto.
4) Gangstarr - Step In The Arena. No More Mr Nice Guy, il primo album dei Gangstarr, era mediocre a dir poco, ma solo perché lo spirito di squadra del duo Guru-Premier non si era ben cementato. Con la prima “vera” prova come gruppo le cose cambiano. Il flow monotono di Guru fa scuola e serve anche a fare capire quanto sia incredibile il tessuto sonico composto da Premier. È qui che assistiamo alla nascita di una leggenda…
5) Wu-Tang Clan - Wu-Tang Forever. Molti preferiscono il sapore raw di Enter the Wu-Tang, ma è innegabile che la pulizia dei suoni di Forever sia incredibile. Album doppio e monumentale, Forever rappresenta una delle imprese più ambiziose mai tentate da un gruppo, ovvero diventare commerciali vendendo “solo” sé stessi. Nessun coretto pop, o il rap’n’bullshit tanto odiato da RZA e GZA. Solo un distillato di pura filosofia Wu-Tang.
7 commenti:
oggi sono d'accordo su tutto
grazie caro...
è daie insisti su forever?
è na bufala acida.
Anonimo, hai diritto alle tue opinioni, ma firmati: e' buona educazione...
E poi non mi hai spiegato perche' e' una bufala. Le produzioni? Le rime? Il fatto che non e' Enter The Wu-Tang?
Io ho gia' espresso il mio pensiero...
It Was Written è il mio disco preferito di Nas, con tutto il rispetto per Illmatic
a parte un paio di stronzate di cnazoni, sono d'accordo anche io. Illmatic e' un gran disco, ma anche It Was Written...
sottoscrivo:
a parte un paio di stronzate di canzoni
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