venerdì 23 aprile 2010

Identità Violate

Personalmente (non so se sia un mio limite e basta, o se anche altri si possano identificare), soprattutto in campo hip hop, non mi basta ascoltare un rapper. Voglio "abbracciare" un'estetica. Mi spiego meglio. Al di là dei gusti, quello che voglio è l'immersione in un mondo perfettamente formato: in questo senso, e a livelli di importanza e significato diversi, preferisco sciropparmi album di artisti che abbiano un'idea precisa delle suggestioni, anche "visive", che vogliono comunicare al pubblico. E non parlo necessariamente di quello che ha fatto Raekwon con Only Built 4 Cuban Linx…: l'estetica fredda di un Cold Vein può tranquillamente coesistere, nel mio mondo, con le atmosfere da gotico in moviola dei Bone Thugs-n-Harmony dei tempi d'oro, la follia mish-mash di Quasimoto e le agghiaccianti visioni di guerriglia urbana dei primi tre album dei Mobb Deep.
Per capirci, se devo fare un bilancio di Capone & Noreaga, mi fanno abbastanza cagare, eppure considero The War Report, dove la supervisione di Tragedy portò a una coesività assoluta, un grandissimo album.
Allo stesso tempo, l'estetica arraffazzonata e ignorante dei Dipset non mi interessa e non mi ha mai preso, per dire.
In questo contesto, potrete forse capire la delusione da me provata nell'ascolto sia di Raise Up dei Cypress Hill che di Reggie (The Mixtape) di Redman.
Entrambi hanno il grossissimo difetto di abiurare totalmente quegli elementi estetici che contribuivano all'appeal degli artisti coinvolti. Addirittura Raise Up lo fa sin dalla copertina, che sembra più un parto dei Rage Against The Machine che altro. Le canzoni sono in massima parte NON prodotte da DJ Muggs, e questo non fa che aumentare il senso di straniamento, soprattutto perché molte soluzioni sembrano modaiole (anche quelle fuori tempo massimo come gli echi metal-funk morelliani, che sarebbero - forse - andati bene 15 anni fa e non oltre) e fuori luogo.
Intendiamoci, non è che tutto sia brutto: è che è proprio fuori contesto.
E fa sorridere-stranire il fatto che sia Pete Rock (a proposito di estetica definita) ad azzeccare praticamente l'unico vero banger, e che lo faccia in maniera "filologica", tirando fuori un pestone dopato che sembra uscito da Black Sunday, e allo stesso tempo porta stampato il timbro di zio Pete.
Curiosamente la stessa cosa capita in
Reggie (The Mixtape) di Redman, questo sì abbastanza insulso. Anche qui è Pete Rock a tenere in piedi la baracca, in mezzo a beat fuori luogo e freestyles su beat patinati in stile Jay-Z e DJ Toomp (ma quando mai?).
Badate bene che i rappers non sembrano particolarmente meno interessanti o svogliati. Si può forse notare un minimo di involuzione, ma non infierirei su questo aspetto: a paragone di molta altra roba che esce, i nostri restano sempre mediamente interessanti, o comunque non particolarmente irritanti, anche nelle prove più mediocri. Redman è sempre un asso e B-Real e Sen Dog parlano nella stessa maniera degli stessi argomenti (avendo pure leggermente migliorato il flow, paradossalmente).
Ma è che il tutto sembra fuori luogo e fuori contesto, come se pensassero che basta inseguire le mode musicali del momento per restare rilevanti. Ma non è così, e i risultati si vedono.
?uestlove parla di "buffet-style albu", nel caso di quei patchwork di produttori senza capo né coda che vanno di moda oggi. Ad alcuni artisti questa cosa giova, nel caso di Redman e dei Cypress Hill, invece, ha un effetto esiziale.
Voglio dire, se lo capisce anche un minchione come (officer) Rick Ross che ti devi costruire uno stile personale (dal punto di vista musicale), perché non ci possono arrivare artisti certamente più coinvolgenti?

5 commenti:

Anonimo ha detto...

perche' non hanno ne budget ne voglia di fare album che non gli permettono di pagarsi l'affitto.
quindi preferiscono andare in tour o fare film , che chiudersi in studio.
cosi' pigliano 3 beat del primo produttore rumeno che gli gira qualche tirapiedi e vanno avanti cosi'.
il sound o stile personale di rick ross non coinvolge un certo pete rock che comunque vorra' dei bei soldi per produrti la base...e infatti tu dici che nei due mixtape/album produce solo un pezzo ed e' il migliore: avevano tempo, voglia e denaro per farsi produrre tutto l'album?forse no...

mp45

Anonimo ha detto...

che palle co sti produttori rumeni,ma sei della lega djmp??

Antonio ha detto...

Guarda, nel caso particolare dei Cypress Hill non è come dici tu.
Nel disco dei Cypress ci sono Khalil, Tom Morello e Mike Shinoda, che immagino costino molto di più di Pete Rock (come per altro i superproduttori J.U.S.T.I.C.E. League e Cool & Dre di Rick Ross).
Paradossalmente Pete Rock per me fa la figura migliore perché produce roba "fuori moda", ovvero beat simili a quelli su cui i Cipressi (e Redman) rappano di solito, invece di beat alla DJ Toomp.
Redman invece magari non ha budget.
Ma se fai un mixtape e rappi sui beat di Young Jeezy hai sbagliato tutto. Soprattutto se sei uno che ai suoi tempi ha allevato Rockwilder, per dire.
Per me, ripeto, resta solo e unicamente una questione di volere copiare le mode del momento. I soldi, in questo caso, non c'entrano.

Anonimo ha detto...

@anonimo: avrei potuto dire produttore di pontida e per me era lo stesso.
@antonio: mi sembra , dai produttori che citi, che i cypress abbiamo fatto piu' un'operazione crossover che altro, che non mi sembra una cosa a cui sono estranei (cosa che non me li ha mai fatti piacere).
sta cosa di copiar le mode del momento, come dici tu, e' vera e infatti ha portato i vari nas, ecc(ma ormai da 12 anni almeno) a mettere sempre pezzi "dirty south" nei loro album.risultato: album che sembrano un'insieme di pezzi tirati insieme e pezzi dove l'mc non ci azzecca con la base.

Antonio ha detto...

mi sembra , dai produttori che citi, che i cypress abbiamo fatto piu' un'operazione crossover che altro, che non mi sembra una cosa a cui sono estranei (cosa che non me li ha mai fatti piacere).

In un certo senso è vero, ma ci sono due pezzi (compreso il pessimo singolo) prodotti da Jim Jonsin (Lollipop) e uno prodotto da Jake One, che sono produttori commerciali che coi Cipressi non ci azzeccano nulla.
E il crossover, prima, lo facevano col metal, non con i Linkin Park...

In ogni caso, non potrei concordare di più col tuo commento sugli album "patchwork".