mercoledì 24 febbraio 2010

Recensione: Planet Asia and Goldchain Military - Chain of Command

Planet Asia and Goldchain Military - Chain of Command (RBC Records)

Per i curiosi casi della vita, vado a guardarmi la grafica interna di Mykill Miers e il giorno dopo Reiser mette online la rece di The Second Coming (||). Ma soprattutto, lo stesso Reiser parla bene di Montage One, che prima delle apparizioni su In Search of Stoney Jackson non aveva mai fatto un cazzo nella vita, e pochi giorni dopo, il nostro “Montaggio” (||) ci stupisce tutti diventando parte di Gold Chain Military. Mah, poteri messianici?
In ogni caso, GMC sono il nuovo gruppo di weed carriers di Planet Asia, recuperati a destra (New York) e sinistra (Fresno, L.A.) e con budget abbastanza limitato.
Le premesse non sarebbero le migliori, ma invece Chain of Command scorre abbastanza liscio. Infatti le reclute di Planet Asia, ovvero Tristate, Killah Ben, Turbin, Killa Kali, Sav Killz e il suddetto Montage One, non sono affatto scarse, e dal punto di vista lirico si fanno valere.
Non fraintendetemi, è hardcore di maniera e qualche caduta c’è (Evidence che campiona Don’t You dei Simple Minds? Non proprio “deep digging”... Alchemist che gli passa un beat - per altro decente - che sarà di almeno 5 anni fa? Check), ma rispetto a tante altre cose di ispirazione hardcore (del QB, per esempio) gira bene. Montage One e Planet Asia si fanno notare, ma nessuno demerita in particolare, e i produttori “di nome” (Alchemist, Babu, ma soprattutto i piani smorzati di Large Pro) non fanno particolari cagate. Chi invece si è bevuto il cervello è Thayod Ausar (pensare che è lo stesso di Freestyle Ghetto e Paparazzi mi fa esplodere il cervello), ma vabbè.
Un ascolto il disco lo merita, ed anche di più. Vi dirò che in questi giorni l'ho ascoltato spesso. Le basi sono decenti e il supporto lirico non mi fa sanguinare le orecchie. L'attitudine spartana, ogni tanto, ci vuole.

Citazione a pera del giorno: “I love what GCM is bringing to the game right now. It was just something that was lost. A common denominator of dope beats, dope rhymes, dope cuts. And they always reminded you how nice they were.” – DJ Babu, Dilated Peoples

Bonus: Pleasure and Pain (MP3)


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