mercoledì 19 agosto 2009

Strange Attractors Pt. 1

Se è abbastanza normale che hip hop e cultura popolare collidano spesso, e quindi anche che l’immaginario fumettistico sia inglobato nel calderone delle influenze del mondo frammentato e contraddittorio dei rappers, resta invece più difficile da decifrare la strana fascinazione provata dal mondo della musica hardcore per alcuni personaggi fumettistici marginali. È molto più facile, infatti, capire la significanza simbolica (anche a livello parodistico) dell’immenso Superman o quella culturale del meraviglioso Black Panther, mentre meno ovvia appare l’ossessione per characters secondari.
Come il Punitore, per esempio. Nato (vado a memoria) dalla fantasia dello sceneggiatore Gerry Conway nel periodo della massima diffusione dei film di Charles Bronson e del crack, il Punitore è un personaggio “all American” come la torta di mele e la violenza delle gang.
Ma, sebbene abbia innegabilmente un fascino tutto urbano e antieroico, non ha mai inciso più di tanto nella storia del fumetto, e negli ultimi anni (con la gestione del solito Garth Ennis), al di là della qualità delle storie, è pure scivolato in una dimensione da manufatto culturale perfetto per quelli che Bol Guevara chiamerebbe “cracka ass crackers” (termine dispregiativo per dire bianchi, per i non avvezzi).
Al di là di questo, però, non si può negare come il Punitore abbia esercitato un’attrazione “fatale” nei confronti del mondo hip hop, e che lo abbia fatto soprattutto in maniera trasversale, dall’underground duro e puro al mainstream più ovvio.
Cominciamo dagli esempi più ovvi, anche iconograficamente: non si può non citare l’uomo che si appropriò persino del nome, Christopher Rios aka Big Punisher (poi diventato Big Pun forse per problemi legali con la Marvel, mi dovrei informare), ed Eric B & Rakim, con l’omonimo pezzo The Punisher.
Ma dicono la loro anche Sage Francis (visto più volte negli abiti e pose del giustiziere newyorkese, con stile militaresco e sguardo spiritato da fare invidia ai modelli usati dal copertinista Tim Bradstreet) e Eminem, che, oltre a “rappresentare” più volte il simbolo, da poco è finito addirittura nelle pagine del fumetto, in una joint venture fra Marvel e il magazine XXL.
E poi ci sono le rime dedicate all’uomo col teschio sul petto: dall’ “I’ll blast you like Frank Castle” di Barron Ricks (Tequila Sunrise) all’accostamento Punisher-Terminator di Elzhi, While his dogs put his guns to ya like the Punisher (Motown 25), molti si sono cimentati in omaggi.
Tipo quello ultra-nerd di Last Emperor, Secret Wars pt II, dedicato agli eroi dei fumetti (The military Punisher Big Rock just broke Roadblock's back!), o quello tirato fuori dal (evidentemente) fan Chamillionaire, sia nel diss a Mike Jones (who?), Watch the punisher punish WHO? che in Body Rock (But please, please, don't make the punisher punish ya).
Ora, la mia memoria è debole, ma sono abbastanza sicuro che sia Method Man che Royce the 5’9” abbiano citato il giustiziere Marvel nelle loro rime (e pure più volte). Qualcuno sa aiutarmi?


P.S.: l’immagine che apre il post è tratta dall’annual 1 di Punisher, disegnato dagli amici Werther Dell’Edera e Antonio Fuso. E spacca forte.

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