In Breve 2

Wale & 9th Wonder - Back to the Feature. Wale è uno dei pochi MC nuovi di cui mi importa. A volte indulge nel nerdismo e nel citazionismo stucchevole, ma spesso ci becca. A parte il massiccio uso di ospiti (ma c'era da aspettarselo, visto il titolo), Wale tira fuori un mixtape che sicuramente sta coi migliori dell'anno (no Vibe). E 9th Wonder sarà anche prevedibile, ma con un MC che sa rappare ci sta sempre bene.
Juicy J - Hustle 'Til I Die. I rap ignoranti del Sud stuccano, a meno che la produzione non sia buona come quella di uno tipo Juicy J. Il Juiceman ne sa a pacchi: la raffinatezza dei beats colpisce, anche quando è dissimulata. E così, l'accento del Tennessee e le prevedibili storie di droga e hustlin' (no Rick Ross) rendono sempre, sui soliti (solidi) ritmi della Roland 808. Ovviamente la presenza di Project Pat è sempre gradita, soprattutto su un loop degli O'Jays girato alla sudista.
Mike Green - Dope Head Muzik vol. 1. Mike "Luke" Green, ovvero Dopehead, è un membro del gruppo Rese'vor Dogs di Detroit, e sembra la versione Motor City di Too Short, o un misto fra Dilla e Eazy-E. Nel free download Dope Head Muzik vol. 1 rappa su tracce che sarebbero state minimali nel 1988 con fare ignorante e ciò, lungi dall'essere un difetto, lo rende spesso irresistibile (vedi Like We Do It In The D). Una bella scoperta.
L.E.G.A.C.Y. - Suicide Music. A L.E.G.A.C.Y., per quanto sentito in Suicide Music, non manca nulla. Ha tecnica e personalità, e i beats di Khrysis sono sempre ottimi. Forse lo frena il fatto che le storie sono più dark dello standard Justus League, ma rispetto ai tanti carneadi del collettivo della North Carolina, il Nostro spicca.
Donny Goines - The Breakfast Club. Senza ricorrere a trucchi, etichette modaiole o affiliazioni importanti, Donny Goines si dà da fare per trovare una strada che incorpori modernità e classicità, con una strizzatina d'occhio agli anni '80 che comunque non è nè invasiva nè inopportuna. Il ragazzo si farà, anche se un po' di lavoro sul look gli ci vuole.
DJ Screw - 3 'N The Mornin'. "Chopped & Screwed" è oramai un trademark, ma, per banale che sia, DJ Screw era il migliore. I ritmi "dopati" a bassissima velocità e il sapore texano di questo classico del Sud non passano mai di moda, oggi come nel 1996.
Buckwild - Diggin' in The Crates (Rare Studio Masters 1993-1997). Operazioni come questa lasciano perplessi. A parte che ci sarà un motivo se molta di questa roba è inedita, la freschezza di molti campioni oggi è pari a zero e si rischia di perdere la prospettiva sull'ottimo tocco di uno come Buckwild, che, giudicando da Diggin' in The Crates (Rare Studio Masters 1993-1997), sembrerebbe bollito (e non è così, quelli sono - nobili - scarti). Alcuni spunti ci sono, ma affidarsi sempre al nerdismo dei completisti (con un doppio CD) mi pare troppo.
Alchemist - Chemical Warfare. Meglio di First Infantry, ma non di troppo. Al di là di alcuni mistoni indigesti, comunque, Alchemist non sembra aver perso il tocco (e a volte lascia senza fiato). Fa ben sperare il ritorno di Eminem, e Gangrene potrebbe essere una grossissima sorpresa.