mercoledì 8 luglio 2009

Bloods & Crips: Made in America

Il documentario Bloods & Crips: Made in America è una visione essenziale per chi voglia capirne di più del fenomeno più incomprensibile che ci sia, ovvero l’infinita faida fra le gang di Los Angeles, i celeberrimi “set” Blood e Crip.
Bloods & Crips: Made in America fa il punto su una guerra che ha già lasciato sull’asfalto 15000 vittime, alcune delle quali innocenti in senso assoluto e molte delle quali prive di qualunque altra scelta, se non la cieca e insensata violenza. Dalle origini delle gang losangeline come risposta alla impossibilità di frequentare i boy-scout (!) alla rivolta di Watts nel 1965, da Rodney King ai fallimenti governativi, tutto torna, merito di una regia e di una scrittura asciutte e quasi ipnotiche nelle scelte delle inquadrature e del ritmo.
Raccontato dalla voce suggestiva di Forrest Whittaker, il documentario si distingue per la capacità critica degli autori di assemblare un pezzo di inchiesta rilevante e per la vena arrabbiata che, pur essendo dissimulata, affiora nel montaggio delle interviste agli attivisti anti-gang e ai membri di Blood e Crip. È soprattutto deprimente vedere come uomini che palesano una certa intelligenza siano costretti dal “sistema” a vivere come animali e che, nonostante l’ovvia insensatezza del tutto, non possano venire fuori dalla giungla se non a prezzi altissimi.
A parte alcune piccole cadute retoriche e poco incisive (tutto sommato perdonabili e minime), la scelta migliore resta quella di non fermarsi all’aspetto professorale, ma quella di dare voce (e video) a quelle che sono le potenziali soluzioni per eliminare il “ghetto state of mind”, creato con cura dall’uomo bianco (e non sembri una boutade: nel film questi aspetti sono ben spiegati), che resta il principale responsabile di una tragedia che, in qualunque altro paese al di fuori degli Stati Uniti, avrebbe stimolato interventi da parte della diplomazia mondiale.
In questo senso, le testimonianze degli ex-gangbanger passati dall’altra parte della barricata a cercare di cambiare la situazione e a ristabilire il senso di umanità di una comunità talmente ferita da avere sostituito i valori civili con la mentalità da gangster, appaiono in tutto il loro eroismo e nella loro purezza.
Altro che la retorica dell’eroe americano (o cazzate da G di seconda categoria), i veri eroi sono gli ex Blood e Crip che cercano di insegnare ai ragazzi persi nella giungla delle rappresaglie e dei drive-by il valore dell’autodeterminazione e della dignità.
La frase più bella del film: “Sono diventato uomo a 38 anni, quando ho dovuto stringere la mano ad un altro uomo”. This is hardcore.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

ma c'è in italiano?

BAUAU

reiser ha detto...

Dubito; in tedesco sì, però. Cheer up!

Cagate a parte, io ho solo trovato la versione americana che, però, non è "sregionalizzata" (come invece Cocaine Cowboys, ad es.) e quindi ho il cazzinculo.
Tu l'hai scaricato oppure conosci un qualche posto dove reperirlo in zona 2?

reiser ha detto...

Dimenticavo: dal 14 agosto si può trovare in crucco, come dicevo, ma ovviamente dotato dell atraccia originale in inglese

Antonio ha detto...

C'è la crisi, si va di scaricamiento, ovviamente... e ovviamente ho visto il video in inglese. Non ho idea se vi sia una versione italiana, sorry.
Poi come fai a sostituire la voce calda (no homo) di Forrest Whittaker?

Anonimo ha detto...

non so...come hanno fatto con isaac hayes per tanto tempo in south park forse...

BAUAU

Antonio ha detto...

Nah... che cosa artificiale!