sabato 14 febbraio 2009

Ignoranza?

L’ottimo Unkut porta alla luce una questione forse vecchia ma sempre spinosa.
Ovvero quella di una presunta mancanza di “cultura” musicale da parte del popolo hip hop (soprattutto le nuove generazioni, a quanto si evince).
A pensarci bene, non è che ci sia molto da discutere. Guardando al panorama internazionale, a livello di rock (per fare un esempio) c’è ancora spazio per i dinosauri (vedi il ritorno dei Guns ‘n’ Roses dopo sessant’anni). Nell’hip hop esistono pochissimi rappers di successo con più di quindici-venti anni di carriera: mi viene in mente solo L.L. Cool J, a paragone di tantissimi artisti di lungo corso in altri generi musicali (Vasco Rossi in Italia, per dirne uno). Tutto questo, in sé, non sarebbe un grosso problema: una possibile spiegazione sarebbe quella di un ricambio più frequente, per esempio, o una minore capacità da parte dei rappers di interpretare lo zeitgeist, cosa per altro plausibile.
Ma se invece le considerazioni espresse sopra si accoppiano al fatto che, mentre nel rock ci sono molti “epigoni” dei classici (meglio dire “cloni”?), nell’hip hop il riferimento ai classici è quantomeno visto con sospetto (il termine “hipster” vi dice nulla?) e che, mentre è chiaro che qualunque amante del rock conosce i classici del genere (provate a immaginare un metallaro che non ha mai sentito parlare di Paranoid), lo stesso non vale per l’hip hop, allora siamo di fronte a una ovvia disfunzione. Potrebbe trattarsi di mancanza di cultura.
E badate che non parlo di conoscere la musica in generale o di essere in grado di riconoscere i campionamenti et similia (non tutti sono fissati come me…): mi riferisco proprio all’ABC. Ovvero, se i rockers sono in grado di capire l’importanza storica di Stairway to Heaven o Back in Black, gli ascoltatori di hip hop, in generale, non parrebbero in grado di contestualizzare gli equivalenti in ambito rap (diciamo The Bridge is Over e Rebel Without a Pause)…

In Italia, il problema è addirittura doppio, direi, visto che oltre a non conoscere i classici, molti ascoltatori non hanno neanche idea di cosa sia il buon rap e di quali siano i parametri che fanno un buon rapper.
Per quanto riguarda questo blog, è chiaro che predico ai convertiti (nel senso che molti lettori sono infatti appassionati del periodo più “classico” del rap), però sarei interessato a capire:
1) se questa analisi veloce (e come tale superficiale) ha una base, e
2) quali possono essere i motivi per cui tale eventuale ignoranza si ingenera.

Si dia inizio alla discussione…


22 commenti:

Anonimo ha detto...

masta ace ha vent'anni di carriera.....e non si e' mai venduto come ha fatto ll cool j...

in tutti i generi ogni artista ha la sua "golden age"
i guns and roses non penso che facciano un album valido dopo 20 anni...come kool g rap, le cose che fa adesso le lascio stare , lo stesso james brown quando ha fatto living in america era ormai scoppiato...

che poi la gente non conosca i classici e' una questione di:
1)gusti:molta gente a cui piace il suono "90" non riesce ad ascoltare "long live the kane" (non io) e quella che e' la golden age (sacrilegio)
2)informazioni: molta gente ascolta l'hip hop dell'era internet/telefonini...ti sfido a trovare la suoneria di "it's a demo"...
3)lingua: l'italiano medio capisce l'inglese come biscardi...cosa vuoi che ne capisca del testo di "men at work"...quello di kanye west invece va giu' bello liscio....perche' e' "oreccchiabile"


comunque al posto di recensire i mixtape della g-unit o dell'ultima pirla che vuol fare il jdilla di turno, fai un po' di recensioni/consigli per gli ascolti dei classici...visto che la gente e' ignorante....se no lo rimane....

Giancarlo_Vagginelli ha detto...

Io non vedo sta differenza tra l'hip hop e gli altri generei, o meglio tra ascoltatori di hip hop e ascoltatori di altri generi.
E' pieno di gente che ascolta rock e crede che i nirvana abbiano inventato il rock "ribelle", cosi come e' pieno di gente che ascolta house che crede che l'abbia inventata coccoluto nei 90.
Per non parlare del reggae che per la maggior parte dei fan inizia (e finisce!) con Bob Marley.
Se mai direi che IN ITALIA c'e' un approccio medio alla musica che definire superficiale e' fargli un complimento.

Antonio ha detto...

all'Anonimo:

il mio blog non ha velleita educative. Risente dei pregi (pochi) e dei difetti (tanti) dell'autore, e quindi si parla delle cose che mi interessano. A fare le recensioni/consigli c'e' gia Reiser, che e' bravissimo (e basta lui, quindi). Io mi sentirei un po' a disagio, nello stesso ruolo.
In ogni caso, di old school si parla abbondantemente, in questo blog, quindi se si vuole approfondire c'e' lo spazio.
Per quanto riguarda i gusti, non e' un problema se uno non riesce ad ascoltare Wrath of Kane o Streets of New York. Il problema e' se uno non capisce quale sia l'importanza storica di quelle canzoni. E mi pare il punto sia questo.

@ Magic: ma sei veramente sicuro?
A me sembra che chi ascolta veramente rock sappia bene chi sono e quanto sono importanti gli Zeppelin o i Rolling Stones. Se poi si parla di chi ascolta rock alla radio, hai ragione tu.
A me pare che il ragazzino di 16 anni che piglia in mano la chitarra per fare thrash metal si studia i riff di Tony Iommi e Blackmore, il ragazzino che ha velleita' di fare il netcee, conosce Clementino e da li' non esce. E se e' americano pensa che Lil Wayne sia il massimo...

Anonimo ha detto...

mi son dimenticato di firmarmi :)
sinceramente, non mi ricordo l'ultima volta che hai parlato di old school ( a parte che dovrebbe essere chiamata mid-school, se intendi il periodo 87-89)...reiser fa delle recensioni molto interessanti ma e' piu' sui novanta..tu invece da big daddy kane del bloggin dovresti approfondire di piu' il periodo 87-89 anche perche' in italiano non trovi un blog che ne parli (e non dico fare solo recensioni ma comunque parlarne in generale)
mi stupisce che ti lamenti dell'ignoranza della gente riguardo all'hip hop ma non fai niente e parli quasi sempre di roba recente (poi il blog e tuo e giustamente ci fai quello che vuoi).
comunque parlando del'importanza storica e dei gusti, se capisci l'importanza dei classici devi pure ascoltarli e ti devono piacere (per me non puoi dire road to the riches e' una pietra miliare e poi ti fa schifo).


djmp45

riccardo ha detto...

Io da giovane appassionato di hip hop dissento con l'ultima frase di dj mp45...io (che ritengo di avere una discreta cultura nel genere) riconosco l'importanza storica che hanno certi album considerati pietre miliari e li possiedo originali, però ammetto di fare fatica ad apprezzarli fino in fondo. Questo soprattutto a causa dei beat che spesso trovo troppo ripetitivi. Con questo non voglio assolutamente dire che mi facciano schifo eh! Però se dovessi scegliere fra ascoltare qualcosa di metà anni 90 o qualcosa di fine anni 80 / primissimi 90 non avrei dubbi sulla scelta.

Antonio ha detto...

Vabbe', non ti sei firmato ma lo sapevo che eri tu...

Non facciamo sofismi, dai: in It Takes a Nation of Millions la "now school" erano Big Daddy Kane, EPMD e gli Ultramagnetic... quando si parla di old school, e' un'ellisse che capiamo tutti, penso.
Per quanto riguarda il suggerimento, forse hai ragione, dovrei parlare un po' di piu' di roba vecchia. Forse lo faro', forse no. Ma vedi, alla fine a me interessa il percorso storico che sottende il rapporto fra Kane e l'ultimo mixtape rapper dei Dipset.
I bei tempi erano i bei tempi, ma sono passati. Ora mi interessa capire come si puo' evolvere l'hip hop nel solco della tradizione.
Tutto il resto mi piglia di meno...
Per quanto riguarda i classici: a me The Joshua Tree degli U2 fa schifo, ma non posso negargli lo status di classico, per dire...

Antonio ha detto...

Riccardo, ma tu che ti sei definito "giovane", come la pensi sugli altri "giovani"? Il problema di mancanza di prospettiva storica, secondo te, in generale, esiste?
E per quanto riguarda il confronto con i sostenitori del metal, per esempio, vedi i fan hip hop piu' "modaioli" o no? Rispondi, per favore, che per me e' importante...

Anonimo ha detto...

Partiamo dal presupposto che l'hip hop come genere a sè stante è relativamente giovane, la sua presenza all'interno del music business che conta vi è da poco più di 20 anni quindi è impresa ardua fare delle stime riguardo la sua longevità e quella degli artisti. Kool G Rap, Public Enemy, Krs, Rakim, ecc. sono ancora presenti sulla scena e ancora (alcuni) pubblicano dischi (certi anche di discreta qualità). Diamogli il tempo di invecchiare, diamolo ai vari Nas, Wu, Redman, ecc. appartenenti alla generazione successiva, vediamo se fra 10 anni, all'alba dei loro 50, saranno ancora a calcare i palchi oppure saranno tornati in strada a bere 40's e a giocare a dadi. Così come gli artisti anche il pubblico è un pubblico poco eterogeneo e molto giovane e come tale è schiavo delle mode che via via si succedono; ciononostante non è difficile trovare quell'hardcore fanbase che -ormai alla soglia dei 30 se non oltre- conosce la storia. Voglio dire, il ragazzino di 15 anni non si prenderà la briga di ascoltarsi Long Live The Kane tanto quanto Let It Bleed, ciò avverrà in un secondo momento. Il rock è seguito da gente di ogni età, non necessariamente per la maggiore maturità della musica ma per una semplice questione anagrafica del genere.

Facciamo anche il dovuto distinguo tra statunitensi e italiani, le nostre lacune sono ovviamente maggiori vista la totale mancanza di informazione a livello mediatico e l'impossibile reperibilità dei dischi fondamentali (cosa che per il rock non avviene, basta farsi un giro in un qualsiasi Mediaworld per trovare a meno di 10 euro tonnellate di classici di genere), sfido io trovare -originale ovviamente- Long Live The Kane (ok, c'è l'internet ma al ragazzino poco gliene importa, suvvia). Oltre a questo aggiungerei il progressivo rincoglionimento dell'ascoltatore e la difficoltà oggettiva (una cosa che riscontro giornalmente intorno a me, spero sia solo un caso) nell'ascoltare un disco per intero; fino a pochi anni fa il singolo era il preludio al disco, ora si è sostituito al disco stesso e il rap è il genere più colpito vuoi forse perchè è quello più in voga, vuoi forse perchè è quello maggiormente stuprabile (vedi paragrafo precedente) vuoi perchè è quello che si presta meglio a tale pratica (mi spiego, per fare rap non serve necessariamente una competenza tecnica così anche un SouljaBoy può autoprodursi un disco). Questo allontana sempre di più il pubblico dai dischi che erano concepiti per essere assorbiti dall'inizio alla fine vale a dire la maggiorparte dei cosiddetti classici.

Giancarlo_Vagginelli ha detto...

@ antonio
no che non ne sono sicuro, come potrei.
Tu sei forse sicuro del contrario? non credo.
I Tokio Hotel riompiono gli stadi, vuoi forse dirmi che quelli che ci vanno poi a casa si ascoltano i Led Zeppelin e i Rolling Stones? ma su via...
Smettiamola con la quinta disciplina dell' Hip Hop: martellarsi i coglioni! ;)

Antonio ha detto...

Magic: l'anonimo prima di te fa una serissima analisi e poi arrivi tu...
Coi Tokyo Hotel hai scelto l'esempio sbagliato, e lo sai anche tu. Loro sono poppettino e pure risciacquato.
E poi si parla di fan. Per cui mettimi a paragone i fan degli Strokes con quelli di Lil Wayne, per dire. Cosi' forse la discussione ha un po' piu' di senso.
Per il resto, riflettere sulla propria musica preferita sarebbe martellarsi i coglioni? Vabbe'...

Giancarlo_Vagginelli ha detto...

Ma si ma non ti arrabbiare, hai chiesto il parere e ti ho dato il mio. Mi hai chiesto se ne ero sicuro, e ti ho scritto che non lo sono, come potrei, stiamo parlando di opinioni, a meno che tu non intenda fare un sondaggio a livello mondiale, dopo aver pero definito univocamente chi e' un bravo ascoltatore e chi no: auguri.
Quella sulla quinta disciplina era solo una battuta, io personalmente ho sempre notato questa cosa tra i fanatici di hip hop: sembra che ci godano a voler sempre e in ogni ambito lamentarsi di come vanno le cose.
L'esempio dei Tokio Hotel mi sembra perfetto: valanghe di ragazzini si credono rockettari e li ascoltano. Esattamente come valanghe di ragazzini ascoltano Pharrel e si sentono hip hop.
Spiegami dove non calza.
Se vuoi aggiungo la sesta disciplina dopo
"djing"
"breakdance"
"mcing"
"graffiti"
"lamentarsi"
ci metterei
"comportarsi come se si fosse iniziato ad ascoltare hip hop prima di chiunque altro sul pianeta"

Niente di personale, ci avevo anche messo punto e virgola e la parentesi ;)
Rispettate le 6 discipline!
peace and love

Giancarlo_Vagginelli ha detto...

Aggiungerei ad onor di cronaca che Pharrel ne sa a pacchi, nonostante finga il contrario spesso.

Antonio ha detto...

L'esempio dei Tokio Hotel mi sembra perfetto: valanghe di ragazzini si credono rockettari e li ascoltano.
E probabilmente dai Tokio Hotel non escono. A me pare, invece, che ci sia gente che di hip hop moderno ne sa, che conosce tutto del Dirty South e di Pharrell, ma che non sia in grado di riconoscere le basi della cultura.
Ad esempio la gente che bazzica sul sito di E-Money. Non li definirei ignoranti, ma se li metto a paragone di gente fissata quanto loro (ma di rock), mi pare che manchino di prospettiva storica.
Non che questo sia un male, necessariamente. Ma mi chiedevo se altri la pensavano come me.
Poi ci sono quelli che spostano il discorso sui Tokio Hotel. Benvenga anche quello, ma non era il punto della discussione.
Sul perche' i fan dell'hip hop siano fatti in una certa maniera ci sarebbe molto da scrivere e forse in futuro lo faro'.
Per ora mi limito a dire che tutto ruota intorno al concetto di "representing". Si rappresenta una minoranza. Se sei una maggioranza non hai bisogno di rappresentare nulla, aderisci al gregge e basta (dove gregge non ha necessariamente valore dispregiativo).
E si sa, le minoranze sono spesso estreme.
Dopo le sei discipline c'e' pure la settima: criticare le sei discipline facendo finta di essere diversi... Sono in pochi (tipo bucknasty) ma si fanno sentire.

Giancarlo_Vagginelli ha detto...

Guarda a parte le prime righe (delle quali prendo atto, non lo sapevo) ti giuro che fatico a comprendere il senso del tuo post, mi sembra di litigare con una ragazzino che dopo 2 frasi perde la ragione, ci mancava l'insulto.
Non capisco perche la metti cosi sullo scontro personale. Potrei spiegarti che non ho "spostato" nessun discorso, che non ti sto attaccando, che non sono l'avvocato difensore di bucknasty, ma non ne vedo il senso.
Probabilmente devo averti involontariamente punzecchiato una ferita aperta, non so quando e come, me ne scuso sinceramente.

Giancarlo_Vagginelli ha detto...

L'unica cosa che posso ammettere e' che non ho affrontato l'argomento cona la serieta' e lo sfoggio di cultura musicalo come avete fatto tu e djmp, non pensavo fosse necessario.
Pensavo si potesse dire la propria su un argomento che NON e' una scienza esatta in 2 righe con una battuta senza risultare irritanti. Mea culpa!

Antonio ha detto...

@ Magic: non riesco a vedere dove ti ho insultato. Non la sto mettendo sul personale e non mi hai aperto nessuna ferita (no homo).
E non riesco a vedere dove starei perdendo la ragione...
Cerco di farmi capire: per quanto riguarda il senso del mio post ci rinuncio. Se non si e' capito finora...
Per il resto, quando hai parlato della sesta disciplina, non ho automaticamente assunto che fosse una frecciata nei miei confronti, quindi non devi assumere che citare bucknasty sia una frecciata a te.
Se volevo riferirmi a te, avrei scritto "come TE e bucknasty", ma non l'ho fatto.
Sicuramente e' vero che spesse volte intervieni con l'attitudine del "non sapete un cazzo, vi spiego tutto io", che risulta irritante, specie quando poi risulta che o non hai letto bene il post, o non l'hai capito... :-)
Ma da qui a insultarti ce ne passa, credimi.

Anonimo ha detto...

scusate l'ignoranza ma che sito e' quello di e-money?
comunque piu' o meno siamo tutti ignoranti
e viva il rap ignorante!
djmp45

Antonio ha detto...

http://emoneysblog.blogspot.com/

Anonimo ha detto...

/\/\/\ bel sito... per la serie illmatic e' old school....figata le parti dove il tipo dice "sto pezzo di tizio dovrebbe dissare caio, ma non ho capito dove..." fantastico...
e poi perche minchia mette le classifiche di vendita degli album hip hop e r&b?

riccardo ha detto...

Scusa sono a Berlino.
Il motivo per cui frequento blog e forum è proprio perchè, mediamente, l'ascoltatore di rap manca di prospettiva storica, o in senso più ampio interesse per la cultura generale. La maggiornaza delle persone si ferma ad un banale "io ascolto questa canzone perchè spacca".
Penso che il grosso problma sia la svogliatzza con cui si affronta la muscia (tutta la musica) al giorno d'oggi. Manca la voglia (che implica fatica) di costruirsi una cultura musicale. E, in particolare, credo che questo sia dovuto all'eccessiva fruibilità che ha la musica attualmente (download, spesso di brani piuttosto che di album, ascolto distratto, accantonamento/cestinaggio). Nell'hip hop credo sia abbastanza faticoso farsi una cultura, perchè questo genere suona oggi molto diversamente da come suonava in passato, e quindi le cose datate suonano aspre e scarne all'orecchio. Questa è una probabile differenza fra il mondo dei metallari a quello dell'hip hop: l'orecchio ai beat funky non è una cosa immediatissima, o comunque lo è molto meno rispetto ai beat di, chessò, kanye west, dr. dre, perchè generamente e oggettivamente sono decisamente molto poco melodici...la stessa cosa vale per la durata dei brani, ritornelli non melodici, ecc..

reiser ha detto...

Adorando farmi dei pipponi su questo genere di cose non posso esimermi dall'intervenire.

Come prima cosa evito di riallacciarmi al paragone principale, cioè la disparità di prospettiva storica tra l'ascoltatore medio di rock e quello di rap, principalmente perchè non ho abbastanza conoscenze nel settore. Da quello che però leggo in giro mi sembra sia abbastanza vero.

Uno dei motivi per cui ciò esiste può essere però individuato nell'estrema competitività del rap, dove per porti ad un livello superiore al prossimo lo devi necessariamente massacrare e presentarti come la novità, la freschezza. Mi ricordo ad esempio di un'intervista fatta a Jay-Z dove diceva esattamente le stesse cose che sostiene oggi Soulja Boy (era tipo il '98-'99 e nella Source mandava più o meno a fanculo i soliti old-ass nigguz che non facevano soldi. O tempora o mores!). Un atteggiamento simile di certo non aiuta.

L'altro motivo, che restringo giocoforza all'Italia e reputo il più rilevante, si spinge in realtà oltre e contempla un paio di cose.
La prima è che da un punto di vista musicale siamo un popolo mostruosamente conservatore che a livello di massa (o commerciale) è incapace di proporre qualcosa di influente da almeno trent'anni. La programmazione radiofonica media è pietosa -me ne sono accorto dacché lavoro- e d'altro canto tutti i media che si occupano di musica fanno davvero poco o pochissimo per costruire collegamenti tra il gruppo di successo X e l'ipotetico movimento Y che lo ha generato. Ne consegue che l'ascoltatore passivo a cui piace X non avrà modo di scoprire Y se non con i suoi mezzi e la sua curiosità.
La seconda cosa è che la pigrizia intellettuale che ti spinge a provare curiosità è dilagante. I sociologi avranno il loro bel daffare per trovarne i motivi, ma trovo incomprensibile che se uno ha una certa passione non cerchi di assaggiare tutte le varietà che il campo offre. Formarsi dei gusti quali che essi siano pare essere démodé, oggi più di dieci anni fa.
Il terzo motivo è che imbattersi oggi in un fenomeno "di nicchia" è facilissimo e non sto a menarla su quanto internet abbia giocato un ruolo fondamentale in questo. Solo che se metti il mezzo in mano a uno che in passato per continuare a seguire un movimento s'è fatto qualche sbattimento in più (es: la briga di andare più volte nei negozi, non trovare nulla e tornaresene con le pive nel sacco), e quindi può solo godere ora delle possibilità che ha di recuperare il demo dei Main Source (vero, Mp?) o più in generale qualsiasi cosa oggettivamente impossibile fino a dieci anni fa, lo sbarbo non farà così. Lo sbarbo si fermerà al primo stadio e se è coglione ci resterà tutta la vita, perchè il cazzeggio e/o l'evasione la trova anche così.
Quarto e ultimo motivo è il fattore "figo". Nell'accezione contemporanea del termine, derivata per via direttissima dagli anni '80 e dall'orrore dello yuppismo, lo sfigato/nerd non è solo chi è incapace di stringere rapporti col prossimo ma anche colui che cerca di grattare un attimo la superficie. Purtroppo ora stiamo rivivendo (mia impressione basata sulla volgarità di Milano e dei suoi cittadini, ma non solo) una caricatura di quel sciagurato decennio con tutto quel che ne consegue, e per di più viviamo ancora sotto l'influenza del cinismo ostentato postmoderno. Il cocktail -letale- è che nessuna cosa viene presa sul serio, o perchè siamo qui per divertirci o perchè comunque la si caricaturizza e la si scimmiotta in attesa di qualcosa in cui credere.

Poi, in realtà, ci possono essere altre cose: come diceva Riccardo, è difficile (per me, almeno) sentire It's Yours e comprenderne DAVVERO l'importanza. Non mi ricordo più chi diceva qui che se non apprezzi un suono non puoi comprenderne la rilevanza, ed è vero. Io SO che It's Yours è una traccia fondamentale, ma il mio saperlo deriva esclusivamente dalla conoscenza e da uno sforzo intellettuale che faccio per capirne i motivi. Au contraire, per riconoscere l'apporto di Time's Up mi basta lavorare di memoria.
Lo stacco dai primi anni '80 a quanto è seguito all'88 è enorme e difficilmente colmabile, credo. Da questo punto di vista penso che i gruppi che fanno throwback (non pacco, voglio dire) stiano aiutando molto perchè così l'orecchio può abituarsi a certi suoni.

Anonimo ha detto...

mi piace il tuo blog.

io sono un mc ho 19 anni sto a Bologna: sangue Congolese nelle vene. ti assicuro che chi veramente spinge questo sound e lo ama conosce la sua storia.
ti parlo della gente che è parte della scena, non di semplici fan: lì il discorso è un'altro, e l'ignoranza pullula...

in realtà anche tra gli mc, e in generale tra chi l'hip hop lo produce, l'ignoranza è tanta: manca la coscienza del significato storico e sociale e culturale dell'hip-hop, nato da una situazione molto diversa da quella che si vive qui..

e, al di là di quello, manca ancora di più la coscenza della storia del rap italiano: da dove vengono certe cose, chi ha fatto cosa, come mai oggi per noi è scontato fare rime, con tutte le frasi fatte che girano sulla bocca di tutti...

...sapere da dove vengono quelle frasi...

capendo questo, conoscendo la storia del suono e del verbo, il proprio timpano si fa sensibile, in stretto contatto con l'anima e la mente: i fiacchi si smascerano facile facile

marra è 1000volte + fiacco di spitty, per dirne una

mancano le radici, è la socetà in generale che è fottuta: si tende a semplificare tutto.

però la situazione non è tragica, la gente che spinge cè e spinge carica:

"...i veri realizzano i veri..."