Un Tributo a B-Real
In questi giorni, per vari motivi che non vi sto a dire (ma che presto forse potreste scoprire), ho riascoltato un bel po’ di roba dei Cypress Hill, e mi sono accorto di due cose fondamentali: la prima (forse un po’ scontata) è che i beats, anche a distanza di anni (decenni) sono sempre potentissimi (Muggs è uno dei maestri della scelta di casse e rullanti, ed una delle mie divinità delle batterie personali).
La seconda cosa, forse un po’ meno scontata, è di quanto sia sottovalutato B-Real come rapper. Certo, Mr. Freese non è uno degli MC col flow più a prova di bomba in giro, anche se è assolutamente competente e persino molto più tight di tanti presunti assi del microfono. E le sue punchlines non sono devastanti come quelle di alcuni dei migliori “mixtape rappers”, anche se indubbiamente il Nostro si fa rispettare e strappa più di un sorriso con uno stile “blunted” che lo ha reso riconoscibile e unico nel suo genere (“Some people tell me that I need help / Some people can fuck off and go to hell”, anyone?).
La voce nasale all’eccesso è forse il tratto che più ha penalizzato il rapper nel corso degli anni (anche se è paradossalmente il tratto che lo distingue in maniera più decisa), che invece dà il meglio di sè nell’approccio alla forma canzone: questo aspetto è il suo punto di forza (oltre a una delle caratteristiche distintive dei “Cipressi”, che, per molti versi, fanno storia a sè comunque).
Se Temples of Boom rappresenta il punto di svolta per i Cypress Hill a livello musicale, con l’acquisita maturità di Muggs al campionatore e un approccio molto più dark della divertita posa gangsta dei primi due album del trio di L.A., è invece IV a rappresentare il perfetto bignami delle caratteristiche migliori di B-Real.
Ovvero la caratteristica di inquadrare argomenti “classici” da angolazioni inedite e coinvolgenti: in Looking Through The Eye Of A Pig B-Real ribalta la prospettiva usuale (quella già parzialmente svecchiata in Pigs con l’uso dell’allegoria) e guarda il mondo con gli occhi di un poliziotto (non certo irreprensibile, ovviamente), mentre I Remember That Freak Bitch (From The Club) trasforma quella che nelle strofe degli altri rappers è una semplice descrizione di stanche “sexcapades” in un’ode ad una donna straordinaria incontrata anni prima (che guarda caso, oltre ad essere bellissima era pure una spacciatrice di fumo). Tequila Sunrise, invece, rigira il tema mafioso del “south of the border” per tirare fuori una favoletta morale in cui un “lupo cattivo” fa da mentore a B-Real, spiegandogli con saggezza che errori evitare nella scalata al top, mentre Dr. Greenthumb ce lo conferma in piena forma cabarettistica come scienziato pazzo con una passione particolare per l’amata marijuana. Come è chiaro, per B-Real la sostanza è più importante dello stile, e la sostanza è la creazione di “war reports” (per citare la CNN) densi di ironia, montaggi surreali ed una bella dose di inventiva. Insomma quello che l’hip hop dovrebbe fare sempre, per piacerci.
Ultimamente, B-Real si è sentito poco: i Cypress Hill sembrano stanchi. Ma l’annunciato album solista di B-Real per la Duck Down, se il rapper troverà la giusta formula per i beats, potrebbe riservarci delle liete sorprese.
La seconda cosa, forse un po’ meno scontata, è di quanto sia sottovalutato B-Real come rapper. Certo, Mr. Freese non è uno degli MC col flow più a prova di bomba in giro, anche se è assolutamente competente e persino molto più tight di tanti presunti assi del microfono. E le sue punchlines non sono devastanti come quelle di alcuni dei migliori “mixtape rappers”, anche se indubbiamente il Nostro si fa rispettare e strappa più di un sorriso con uno stile “blunted” che lo ha reso riconoscibile e unico nel suo genere (“Some people tell me that I need help / Some people can fuck off and go to hell”, anyone?).
La voce nasale all’eccesso è forse il tratto che più ha penalizzato il rapper nel corso degli anni (anche se è paradossalmente il tratto che lo distingue in maniera più decisa), che invece dà il meglio di sè nell’approccio alla forma canzone: questo aspetto è il suo punto di forza (oltre a una delle caratteristiche distintive dei “Cipressi”, che, per molti versi, fanno storia a sè comunque).
Se Temples of Boom rappresenta il punto di svolta per i Cypress Hill a livello musicale, con l’acquisita maturità di Muggs al campionatore e un approccio molto più dark della divertita posa gangsta dei primi due album del trio di L.A., è invece IV a rappresentare il perfetto bignami delle caratteristiche migliori di B-Real.
Ovvero la caratteristica di inquadrare argomenti “classici” da angolazioni inedite e coinvolgenti: in Looking Through The Eye Of A Pig B-Real ribalta la prospettiva usuale (quella già parzialmente svecchiata in Pigs con l’uso dell’allegoria) e guarda il mondo con gli occhi di un poliziotto (non certo irreprensibile, ovviamente), mentre I Remember That Freak Bitch (From The Club) trasforma quella che nelle strofe degli altri rappers è una semplice descrizione di stanche “sexcapades” in un’ode ad una donna straordinaria incontrata anni prima (che guarda caso, oltre ad essere bellissima era pure una spacciatrice di fumo). Tequila Sunrise, invece, rigira il tema mafioso del “south of the border” per tirare fuori una favoletta morale in cui un “lupo cattivo” fa da mentore a B-Real, spiegandogli con saggezza che errori evitare nella scalata al top, mentre Dr. Greenthumb ce lo conferma in piena forma cabarettistica come scienziato pazzo con una passione particolare per l’amata marijuana. Come è chiaro, per B-Real la sostanza è più importante dello stile, e la sostanza è la creazione di “war reports” (per citare la CNN) densi di ironia, montaggi surreali ed una bella dose di inventiva. Insomma quello che l’hip hop dovrebbe fare sempre, per piacerci.
Ultimamente, B-Real si è sentito poco: i Cypress Hill sembrano stanchi. Ma l’annunciato album solista di B-Real per la Duck Down, se il rapper troverà la giusta formula per i beats, potrebbe riservarci delle liete sorprese.
4 commenti:
non mi son mai piaciuti, la voce cosi nasale da veramente fastidio(come eminem, per esempio), se non e' alternata con una piu' bassa (per esempio sadat x con i brand nubian ci stava dentro, da solo un album non lo reggo..o anche nei bestie boys, stessa alternanza) e sen dog non era proprio il phife della situazione....
bisogna dargli onore cmnq che e' una vita che sono in giro e che nonostante nessun supporto a livello di etichetta hanno sempre venduto una cifra e hanno una fanbase molto alta numericamente parlando (sono forse uno di quei pochi gruppi hip hop ascoltati anche dai metallari)
la produzione di muggs ci sta anche.
ultima nota: lo sapevi che il loro percussionista eric bobo e' il figlio del leggendario willie bobo?
si si, alla fine ora Eric ha una carriera quasi leggendaria come il padre...
Per quanto riguarda le tue considerazioni, forse hai ragione, ma B-Real senza la voce e' solo un altro rapper, cosi' ha una personalita' enorme...
in effetti lo riconosci tra mille, non per questo lo salvo...non so , sono uno di quei gruppi come naughty by nature, fushnickens, house of pain che non mi son mai piaciuti ma che a una cifra di gente piglian bene...
cmnq muggs era in un altro gruppo prima dei cypress, i 7A3...mai sentiti?nell'album ci sono un paio di tracce non male....
sul sito della duck down il pezzo di B-Real piglia bene.
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