mercoledì 9 gennaio 2008

Letture In Vacanza

Bill Bonanno & Joe Pistone (with David Fisher) – The Good Guys
“You still breathing?” Fast Lenny asked. “Yeah, so?” “So shut the fuck up and keep breathing. …”

Bill Bonanno è l’ex boss della famiglia Bonanno, ed il figlio di Joe Bonanno, nientemeno che l’uomo che fu fonte di ispirazione per il Padrino. Joe Pistone è un ex agente di polizia infiltrato, ed è più noto come Donnie Brasco (si, quel Donnie Brasco). La strana coppia (insieme a David Fisher) è artefi
ce del romanzo The Good Guys. Sospetto che Fisher abbia avuto un ruolo non certo insignificante nell’organizzazione e nella stesura del libro, ma l’appeal dell’opera non deriva dal suo valore letterario (invero non eccezionale) ma dal modo in cui è raccontata (un capitolo a testa per gli eroi, due agenti della polizia e due mafiosi) e soprattutto dalla conoscenza da insider degli autori nei confronti di due mondi contigui e opposti, ma anche a volte speculari La cosa migliore del libro è il messaggio di responsabilità che emerge dalle pagine: gli autori non glorificano i rispettivi stili di vita (che anzi vengono mostrati nella propria straordinaria banalità e noia, sebbene i personaggi principali siano relativamente glamorous), ed allo stesso tempo evitano quella fastidiosa retorica dei perdenti che spesso emerge prepotente in opere del genere. I personaggi, come la gente reale, semplicemente sono. E a volte questo comporta scelte che hanno ripercussioni. Il finale aperto fa sperare in un seguito.

Douglas Coupland – JPod
“Get paid to play videogames! It’s how they sucker staff into working there every time.”

Douglas Coupland è probabilmente il più grande romanziere del mondo, quantomeno in termini di comprensione dello zeitgeist. In JPod, opera tanto strampalata quanto necessaria, Coupland non si frena minimamente, e mette in scena una commedia dell’assurdo che ci ricorda quanto sia allucinante (in più di un senso) la nostra esistenza. L’autore non risparmia nessuno, neanche se stesso, ritraendosi come un opportunista stronzo e pigro, pronto a copiare e plagiare pur di rispettare un contratto. Non che gli altri protagonisti siano meglio:
il libro è imbottito di gangsters, ballerini di ballroom dance, attrici fallite, madri che coltivano marijuana, omicidi, deportazioni, eroina, corporate idiots, slackers, personaggi autistici, lesbiche, videogiochi insulsi e via dicendo. A parte il protagonista, Ethan, che ogni tanto riesce a riflettere sulla propria inadeguatezza, tutti gli altri sono veramente umani, troppo umani (e per questo non si riesce ad odiarli, sul serio). La migliore rappresentazione, spazzatura e spam compresi, della società nordamericana del momento attuale. E il fatto che ci faranno una serie televisiva (sputtanando tutto) fa capire quanto Coupland viva lo zeitgeist...

Geoff Tibbals (ed) – The Mammoth Book of Insults
Talk is cheap, but so are you.

Una compilation di insulti, prese in giro, offese, risposte secche e modi di sminuire che, oltre ad essere spesso molto divertente, è molto utile a chi vuole scrivere fumetti, fare freestyle, o crearsi una figura da dandy-poseur, fra gli altri. Ma non solo: il libro fornisce anche una panoramica di offese e “put downs” dedicate alle diverse nazioni, che è allo stesso tempo divertente e didattica. Alcuni esempi (certi anche celebri) di humour all’inglese sono assolutamente straordinari, ma anche gli americani non sono da meno (ovviamente la “letteratura” di lingua inglese la fa da padrona, ma ci sono anche i francesi e qualche italiano).
Certo, le parti dedicate alle prese in giro a Yo Mama Is So Fat… si trascinano (e non poco), e a volte le battute, più che velenose, diventano quasi sanguinarie (come nello stile un po’ troppo esacerbato di P.J. O’Rourke, per esempio), ma il libro scorre sorprendentemente bene, se si pensa che è semplicemente una collezione razionale (per quanto possibile) di oltre 5000 battute.

Carmelo Bene, enrico ghezzi – Discorso su due piedi (il calcio)
… ma l’immediato io – da che vedo il calcio, da più di quarant’anni – l’ho visto solo in Romario.

Da leggere. È un’esperienza da fare, se non altro per rendersi conto che enrico ghezzi (il vezzo del minuscolo è suo, chiaramente) non è assolutamente un ignorante in materia di sport (e non gli avrei dato una lira, per dire).
Chi non ne capisce niente di calcio continuerà a non capirne niente (ma non avrà più scuse). Chi ne capisce si sentirà per qualche momento meno solo…

13 commenti:

[emo] ha detto...

The Good Guys me lo traduci per il mese prossimo? grazie.

Antonio ha detto...

Ma molto molto molto meglio JPod, fidati...

[emo] ha detto...

fidarmi mi fido, ma JPod posso recuperarlo in italiano.

Antonio ha detto...

Allora incrocia le dita e spera che lo traducano...

Anonimo ha detto...

Jpod mi ispira. Non ho mai letto nulla di Coupland

Sei appassionato di letteratura americana?

Nel caso ti consiglio Infinite Jest, lungo è lungo, anche troppo, però gli do 5 mic.

Poi Pastorale Americana e Lamento di Portnoy, però vabbè, qui si va nell'ovvio.

Ciao

Antonio ha detto...

Consigli accolti, ora mi informo meglio...

Grazie!

Anonimo ha detto...

Prego, magari se non vuoi iniziare con infinite jest che è più di mille pagine, di wallace ti consiglio anche Brevi interviste con uomini schifosi.

Ciao

Anonimo ha detto...

Quando impareranno gli editori a rendere disponibile una versione sample scaricabile dei libri in vendita?A quest'ora potrei avere già comprato "Insults".

Antonio ha detto...

Alcuni sono irresistibili...
Pero' e' vero, mica uno puo' sempre andare in libreria a Helsinki a sfogliare!

:-)

Anonimo ha detto...

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PopArtDejaVu ha detto...

Coupland è decisamente il mio scrittore preferito di tutti i tempi.
(grazie per gli auguri su skype, antò)

Antonio ha detto...

Coupland non e' il mio preferito, ma se scrive sempre come in JPod, ci va molto vicino...

Fatti sentire, magari su skype!

PopArtDejaVu ha detto...

Ti dirò, per i miei gusti personali Jpod è il peggiore (ce ne fossero eh) degli ultimi tre usciti ("Eleanor Rigby" -che credo sia già introvabile- e "Hey Nostradamus!" li ho trovati anche meglio).

Uso poco Skype da quando la tipa ha deciso che la popolazione autoctona del posto in cui si trova adesso era più interessante di me. Rimedierò, comunque ;-) (o puoi rimediare tu con msn :P)