Bumps
Parlare di un disco strumentale può essere strano, ma parlare del disco dei Bumps, Beats, Breaks, Raw, Drums, le batte tutte.
Il CD, infatti, è praticamente un trip dei signori Bitney, Herndon, McEntire.
Se il nome non vi dice niente, allora forse la situazione non migliorerà dicendo che i tre sono la sezione strumentale dello stimato gruppo (post-rock?) Tortoise, una delle bands seminali dello scorso decennio.
E, fedeli alla linea, B, H ed M confezionano un disco asciutto, in cui i ritmi e i breaks sono dovuti in sostanza solo alla sezione ritmica, con la batteria che la fa quasi sempre da padrone e influenze che spaziano fra musica funk, Brasiliana, Latina e Afrobeat. Una spruzzatina di dub non guasta mai (32 minuti scarsi, tirati ed eleganti come non mai).
Detta così sembra una pazzia, ma alle mie orecchie il disco suona quasi perfetto.
I suoni delle batterie sono curati in maniera maniacale e le brevi composizioni sono fulminanti nella “quadratura” ritmica, costituendo materiale altamente campionabile, fra parentesi.
L’etichetta è una garanzia, se ci fossero dubbi: la Stones Throw continua a non sbagliare un colpo.
Ricordo che una volta il mio amico Fabio mi spiegò perché gli piacesse tanto Temples of Boom dei Cypress Hill: “È per quelle batterie”, disse convinto.
Questo disco è per quelli come me e come lui.
P.S.: per i non iniziati, questo non ha niente a che fare con l’hip hop come lo pensate voi. I Bumps sono bianchi e non hanno mai diviso il palco con un rapper, per quanto ne so. Ma fanno ugualmente musica meravigliosa.
Il CD, infatti, è praticamente un trip dei signori Bitney, Herndon, McEntire.
Se il nome non vi dice niente, allora forse la situazione non migliorerà dicendo che i tre sono la sezione strumentale dello stimato gruppo (post-rock?) Tortoise, una delle bands seminali dello scorso decennio.
E, fedeli alla linea, B, H ed M confezionano un disco asciutto, in cui i ritmi e i breaks sono dovuti in sostanza solo alla sezione ritmica, con la batteria che la fa quasi sempre da padrone e influenze che spaziano fra musica funk, Brasiliana, Latina e Afrobeat. Una spruzzatina di dub non guasta mai (32 minuti scarsi, tirati ed eleganti come non mai).
Detta così sembra una pazzia, ma alle mie orecchie il disco suona quasi perfetto.
I suoni delle batterie sono curati in maniera maniacale e le brevi composizioni sono fulminanti nella “quadratura” ritmica, costituendo materiale altamente campionabile, fra parentesi.
L’etichetta è una garanzia, se ci fossero dubbi: la Stones Throw continua a non sbagliare un colpo.
Ricordo che una volta il mio amico Fabio mi spiegò perché gli piacesse tanto Temples of Boom dei Cypress Hill: “È per quelle batterie”, disse convinto.
Questo disco è per quelli come me e come lui.
P.S.: per i non iniziati, questo non ha niente a che fare con l’hip hop come lo pensate voi. I Bumps sono bianchi e non hanno mai diviso il palco con un rapper, per quanto ne so. Ma fanno ugualmente musica meravigliosa.
5 commenti:
Sinceramente non li conosco.
Ma da come me li presenti li proverò decisamente.
Ciao.
Meritano, meritano!
Grazie per averli diffusi, non li conoscevo.
Già che ci sono, inoltro al Gaccu richiesta formale di una sua recensione sull'ultima uscita in area JDilla.
Lo faccio volentieri, ma a quale uscita ti riferisci?
fammi sapere...
credo sia ruff draft,cmnq ankora nn sento Bumps,già ero curioso di sentirlo,ora mi hai incuriosito ancora di+.
Però da quando è uscito il nuovo di Blockhead non riesco a sentire altro.
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