mercoledì 7 marzo 2007

Un Altro Po’ di Etere

Tom Breihan è un critico musicale che scrive la colonna Status Ain’t Hood per il Village Voice.
Spesso dice fesserie, da ignorante “convertito” alla cultura hip hop, e qualche volta viene annichilito da persone che ne sanno più di lui (e non è difficile). Per un ethering storico, vedere qui.
L’ultima perla di Tom è un post dal titolo “Scott Storch Is an Idiot”.
Partiamo da un assunto. Scotty è un idiota ed un presuntuoso, ma se avessi i suoi soldi forse lo sarei anche io. Del resto, guardate ai tanti idioti che fanno i gangsta in Italia…
Il problema del post è che Breihan, nel riportare il beef fra Scott Storch e Timbaland (nato perché pare che Storch non sia stato accreditato come uno degli autori di Cry Me a River), prende le difese di quest’ultimo senza mezzi termini, incensando Timbo come “il più importante musicista in attività” e riducendo l’importanza di Scott Storch di fronte a quello che per Breihan è un genio.
La realtà, però, non è questa. Sia Storch che Timbo sono due buffoni, con la stessa aspirazione: essere accettati dal mondo di colore diverso dal proprio.
Per cui, se Mr. Mosley si accontenta di lavorare con Nelly Furtado e con quel poveretto di Justin Timberlake (per essere accettato dal mondo pop), Scotty vorrebbe essere un duro di Queensbridge o Compton.
Timbo e Storch sono due fra i colpevoli della banalizzazione della musica e della mancanza di idee della scena hip hop. Ma non si può imputare la “genericità” del suono solo a Scotty, quando Timbo ha fatto lo stesso: tantissime basi uguali e ritmi simili.
Chiariamoci: o vale il “Can’t knock the hustle”, per cui la cosa più importante è guadagnare, oppure chiamiamo in causa l’integrità artistica. E a quel punto per me Justin Timberlake vale esattamente come Paris Hilton o Brooke Hogan. Anzi, è peggio: Paris Hitler non viene presa seriamente, JT si.
A voi le conclusioni.

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