Vecchi vs. Giovani

Una decina di anni fa, avrei detto che uno dei punti di forza della musica hip hop era l’inerente caratteristica di “giovanilismo”. Gente di meno di 30 anni che aveva dalla propria l’incoscienza e la tracotanza di chi è giovane, e che non aveva paura di sfidare le convenzioni imposte per affermare la propria visione. In una parola, l’essenza dell’hip hop.
Questo significava anche che gli young guns si presentavano nell’arena con i denti affilati, pronti a fare a pezzi gli avversari, sia dal punto di vista dello stile, sia dal punto di vista lirico.
Il braggadocio è una caratteristica essenziale dell’hip hop, e chi meglio dei giovani incarna quell tipo di rabbia presuntuosa?
Immaginiamoci il giovane L.L. Cool J che va contro un mostro sacro come Kool Moe Dee, o l’entrata in scena di Rakim diciottenne in Eric B Is President. O Ice Cube negli N.W.A. O Nas nell’apparizione in Live at the BBQ. O Survival of The Fittest dei Mobb Deep…
Sono sicuro che ci siamo capiti.
Poi, non riesco a rendermi conto di quando, le cose sono cambiate.
Oggi si è ribaltato tutto, e in maniera assolutamente speculare, sono i giovani ad essere i nuovi vecchi. Nel senso che sono i primi ad essere conservatori…
I punti di riferimento della scena hip hop ora hanno praticamente tutti più di 30 anni, e sono anni che non è apparso sulla scena qualcuno in grado di imporsi per la propria freschezza e potenza. Certo, le eccezioni ci sono, ma sono poche. L’ultimo che sembrava in grado di cambiare le carte in tavola pareva Canibus, e poi sappiamo come è andata…
Saigon e Papoose sono bravissimi, ma solo Sai-Giddy sembra avere il carisma chi può essere la nuova bomba (è già nella top 5 di tutti i tempi di uno come Q-Tip, tanto per fare un esempio). Tutti gli altri, a meno che non stia dimenticando qualcuno, sanno rappare solo di soldi, puttane e coca. Che necessitano di tempo per essere ammassati. Forse sarà per quello che l’industria è in mano ai vecchi!